Saghe e serialità: il cinema ripete se stesso

Il 21 ottobre del 1975, all’uscita nelle sale cinematografiche italiane di Guerre stellari, si capì subito che qualcosa non quadrava; il film di George Lucas era il primo in uscita  ma il quarto di una fantomatica saga che ci avrebbe condotto fino ai giorni nostri, in attesa, magari in futuro, di eventuali episodi.
Il mondo delle saghe sarebbe stato ridimensionato per sempre, sia nei botteghini sia nell’immaginario del pubblico.

Già nel ’62 James Bond aveva fatto la sua comparsa al cinema con un buon numero di pellicole seriali che dimostravano quanto avessero potuto rendere le storie dell’agente segreto ripetute all’infinito cambiando attore e bellona di turno; nel ’72 Coppola firmava quel Padrino che sarebbe divenuto trilogia sulla mafia e Stallone iniziava l’epopea di Rocky occhio nero; saghe cinematografiche e film seriali avrebbero illuminato il cinema (ed arricchito i produttori) anche a costo di risultare ripetitive e di tradire lo spirito delle storie e dei personaggi.

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Negli ultimi anni la serialità ha prodotto decine e decine di film, alcuni decisamente inguardabili (i vari Saw, che dopo un primo strabiliante episodio hanno perso mordente e spessore  i Matrix 2 e 3, solo per citarne alcuni), altri con spunti interessanti (Batman, Il signore degli anelli, Alien, Terminator).

Poi sono arrivati i vampiri, gli agenti speciali senza memoria, i maghi ciecati, le destinazioni finali, gli orchi innamorati, i giocattoli parlanti, le ere glaciali, ed il fantomatico 3D a fare da corollario.

Anche in Italia si è cercato di dar seguito a successi commerciali; se dal’53 Don Camillo e Peppone spopolavano sugli schermi e dal ’75 Paolo Villaggio creava quel  prototipo di italiano sfigato chiamato Fantozzi, gli ultimi decenni non ci hanno regalato granchè (le Vacanze di Natale e i vari Manuali non sono stati, fuorchè negli incassi, uno stimolo alla cultura cinematografica italiana).

Fantocci

La saga continua, sono in arrivo una successione di titoli a tramandare epopee fantastiche (L’accademia dei vampiri, saga tratta dai racconti di Richelle Mead), avventure (Indiana Jones e il triangolo delle bermude) fantapolitica (si sta per girare The Bourn Legacy, quarto capitolo delle avventure dell’agente segreto interpretato da Matt Damon), ancora una saga tratta dai romanzi del ciclo Maximum Ridee su una nuova specie di uomini uccello, un’altra avventura dei pirati dei Caraibi, e poi i Puffi, Holmes 2, gli immortali Xman, il ritorno di Gosthbuster, Scream 4 con ancora Wes Craven alla regia, Sin City 2, Cars 2, la trilogia su Tin Tin e chissà ancora quanti enigmisti doremmo vedere alternarsi sugli schermi.

La saga di Twilight

Il fenomeno della saga, nella sua ripetitività mostra il fianco ad un certo lassismo  creativo subordinato alla fame di incasso e alla rateizzazione delle emozioni di un pubblico disposto a ri-tornare al cinema ormai succube di un personaggio o di una storia che, se pur nuova, è già vecchia.

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