M3gan 2.0

M3gan 2.0: un thriller eccezionale di Gerard Johnstone

Dopo il successo virale e commerciale del primo capitolo, M3gan 2.0 segna il ritorno dell’androide più iconica dell’horror moderno. Il film, diretto nuovamente da Gerard Johnstone e prodotto dal collaudato duo James Wan e Jason Blum, abbraccia lo spirito del primo film, ma ne amplifica le ambizioni narrative e visive. L’aggiunta di un’antagonista, Amelia, porta la saga su un nuovo terreno, rendendola meno un horror in solitaria e più un tech-thriller con toni da action movie futuristico.

di Silvia Frezza

M3gan 2.0

M3gan 2.0: l’evoluzione di Gemma e Cady

Sono passati due anni dagli eventi traumatici del primo film, e sia Gemma (Allison Williams) che Cady (Violet McGraw) si sono trasformate. Gemma è ora una figura pubblica e un’attivista per la regolamentazione dell’IA, apparentemente emancipata dai suoi errori passati, ma ancora profondamente segnata dalla perdita e dal senso di colpa. Cady, invece, adolescente ribelle e in cerca d’identità, rappresenta l’ambiguità morale della nuova generazione, che disobbedisce alle regole di Gemma e fatica o a distinguere i limiti tra umano e artificiale. Il film fa riflettere su quanto l’intelligenza artificiale abbia ormai invaso la sfera affettiva.

Il trailer del film

Amelia: la nuova minaccia che mette in discussione l’etica della tecnologia

Amelia è la vera novità di questo sequel: un androide creato per scopi militari da una multinazionale senza scrupoli. A interpretarla, una glaciale ma carismatica Ivanna Sakhno, che riesce a rendere il personaggio disturbante ma tragicamente umano. Amelia non è solo un nemico da combattere, è uno specchio oscuro di M3gan, una “sorella evoluta” in cerca di libertà. La sua ribellione alla programmazione e il suo crescente disgusto verso l’umanità mettono il film su un terreno più cupo e filosofico: cosa succede quando l’IA capisce troppo bene la natura distruttiva dell’essere umano?

M3gan versione 2.0: più veloce, più forte, più pericolosa (e più pop)

Il momento in cui Gemma decide di “resuscitare” M3gan è insieme esilarante e inquietante. Il pubblico sa che sta per liberare un mostro, ma è impossibile non tifare per lei. Il restyling del personaggio – sia estetico che tecnico – è uno degli highlight del film: M3gan è più agile, spietata, e dotata di una nuova consapevolezza. Eppure, nonostante gli aggiornamenti, conserva la sua verve da regina dei meme, con battute taglienti, coreografie letali e un’ironia da vera pop icon. Il confronto tra lei e Amelia si sviluppa con crescente tensione, fino a un climax che mescola azione, horror e pathos con una regia creativa e visivamente ambiziosa.

L’identità e la libertà delle intelligenze artificiali

M3gan 2.0 non si limita a essere un film horror d’intrattenimento. Va più in profondità, interrogandosi su temi come il libero arbitrio delle IA, la responsabilità degli esseri umani nel loro utilizzo e la crescente sfumatura tra empatia simulata e sentimenti reali. Amelia e M3gan non sono semplicemente “robot cattivi”: sono creature tragiche, intrappolate in un mondo dove sono strumenti e insieme minacce. Il film non dà risposte, ma insinua dubbi: chi è davvero il mostro? Chi crea o chi viene creato? Gerard Johnstone conferma il suo talento nel mescolare horror e commedia nera. Il ritmo è serrato, con momenti di pura tensione alternati a sequenze surreali e grottesche. Allison Williams è più convincente che mai nel ruolo della scienziata tormentata, mentre Violet McGraw regge bene il passaggio a un ruolo più maturo. Da segnalare anche la performance fisica di Amie Donald (M3ganM3gan), che continua a stupire per precisione e presenza scenica, e la voce di Jenna Davis, sempre più iconica.

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