La battaglia di Hacksaw Ridge: una guerra nella fede di Dio

Torna il cinema di Mel Gibson. Uno dei cineasti che ha avuto il merito di essere insignito dall’Academy con l’Oscar per quella felice meticolosità di stile. Torna, soprattutto, un film di guerra che vuole onorare l’umanità del suo protagonista: Desmond Doss. Oggi, un ottimo Andrew Garfield (presente sul grande schermo con Silence di Martin Scorsese), interprete di La battaglia di Hacksaw Ridge, in sala dal 2 febbraio.

La battaglia di Hacksaw Ridge

Andrew Garfield è Desmond Doss in ‘La battaglia di Hacksaw Ridge’

La battaglia di Hacksaw Ridge

La prima qualità che valorizza Garfield nella sua caratterizzazione, è quella plasticità che dona al personaggio di Desmond una credibilità più umana che la vera somiglianza con l’autentico Doss. Un uomo che, per non venire meno ai propri principi religiosi, arrivò ad essere insignito della massima onorificenza militare. Un uomo che riuscì a salvare settantacinque militari da quella strage di guerra, nella battaglia più cruenta vista sul fronte di Okinawa, nella seconda guerra mondiale. Quella rupe ricostruita dal regista, con una verosimiglianza ereditata dagli scontri realistici già visti in Braveheart. Oggi una delle scene più raccapriccianti, fatta di umana sofferenza e crudo realismo, grazie al sapiente lavoro di caratterizzazione fatto sugli interpreti. A cominciare dallo stesso Andrew Garfield, reduce dal giovanilistico cartoon della Marvel, The Amazing Spider-man. Ora più adeguato a quei personaggi che riescono a parlare con la forza del cuore, miscelando umanità e azione.

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Andrew Garfield, mentre soccorre un ferito, in ‘La battaglia di Hacksaw Ridge’.

Il lavoro degli sceneggiatori Andrew Knight e Robert Shenkkan è lodevole. Cominciando da quella metamorfosi caratteriale di un Desmond cresciuto nell’asprezza e nel conflitto paterno. Un padre alcolizzato e violento (un misurato Hugo Weaving), reduce dalla grande guerra. Capace di infondere ai propri figli la disciplina di un bene cristiano distorto dal proprio dolore. Quel dramma che lo ha sconvolto nel profondo della propria anima, incapace di essere quel padre completo che dovrebbe essere. Un bambino che impara sulla propria pelle cosa vuol dire essere carnefici e assassini, rischiando di uccidere il proprio fratello. Una lite, tipica dei fanciulli che vogliono dimostrare la propria forza e orgoglio. Ma che sfocia in quella paura che segnerà per sempre il destino del protagonista.

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Luke Bracey e Andrew Garfield, in una scena di ‘La battaglia di Hacksaw Ridge’.

Una religione soppesata con garbo da Mel Gibson, reduce da La passione di Cristo, senza risparmiare quella intima analisi con i dubbi dell’anima. Un Desmond Doss fragile e complesso, quasi caricaturale nella sua imperfezione di uomo. Dall’approccio diretto con l’amore della propria vita, la dolce infermiera Dorothy (una deliziosa Teresa Palmer). La prima che conferisce al giovane quella forza umana che ambisce ai valori del sacrificio e dello spirito. Da quell’amore, Desmond completerà il proprio cammino di medico, diventando soccorritore militare. Tutto per la fede nella propria dottrina religiosa, essendo un membro della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno. Ciò significa il rifiuto di imbracciare qualsiasi arma, diventando il primo obiettore di coscienza arruolatosi come volontario. Consapevole, quindi, di quella contraddizione che lo renderà prima vittima della dura disciplina militare. Rappresentata egregiamente dal Sergente Howell (Vince Vaughn) e dal Capitano Glover (Sam Worthington).

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Andrew Garfield e Teresa Palmer, in una scena di ‘La battaglia di Hacksaw Ridge’.

Una metamorfosi, quindi, che passa dalla diffidenza rilasciata dai propri compagni. A cominciare dal più risoluto di tutti, il granitico Smitty Riker (un ottimo Luke Bracey), l’uomo che capirà cosa vuol dire determinazione e coraggio. Soprattutto a credere nei propri valori sino al limite della follia. Quel limite che spingerà Desmond a rischiare la stessa Corte Marziale. Ma che diventerà riscatto nel salvare i propri commilitoni nello scontro più cruento e immaginabile. L’atto di portare in salvo i propri compagni feriti e deturpati da quella insana carneficina. Calandoli uno alla volta da quella maledetta rupe. Un film, La battaglia di Hawcksaw Ridge, candidato a sei premi Oscar, dalla miglior Regia al miglior attore protagonista. Un film che si conclude con il volto e le parole dello stesso Desmond Doss, testimone di un atto che non significa solo coraggio. Ma la caparbietà di credere che la Fede è un valore che si consolida solo nell’amore. E di questo ne siamo convinti tutti.

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