La battaglia dei sessi di Dayton e Faris

Arriva al cinema il terzo film dei registi Jonathan Dayton e Valerie Faris sulla celebre partita a tennis avvenuta nel 1973 tra Bobby Biggs e Billie King, rispettivamente Steve Carell e Emma Stone. Dal 19 Ottobre è in sala La battaglia dei sessi.

La battaglia dei sessi – Il trailer

La battaglia dei sessi

Nel pieno della rivoluzione sessuale, nel 1973 avviene una celebre partita di tennis tra la campionessa mondiale femminile Billie Jean King (Emma Stone; La La Land, Irrational Man) e l’ex campione maschile Bobby Riggs (Steve Carell; La grande scommessa, Cafè Society), incontro denominato come ‘battaglia dei sessi’ e uno degli eventi sportivi, politici e sociali più memorabili della storia.

Questione di prospettive

Li conosciamo bene, Jonathan e Valerie: era il lontano 2006 quando esplodevano con la vittoria al Sundance nel loro film d’esordio, ormai cult, Little Miss Sunshine, per poi tornare con una storia leggera e toccante come Ruby Sparks, nel 2012.

Ed eccoli qui, alla terza regia, raccontare un fatto realmente accaduto con una maturità che percorre temi e stili dei loro due precedenti lavori e fa un passo avanti senza però per questo raggiungere la vetta dell’ottimo prodotto.

La battaglia dei sessi

Una scena del film La battaglia dei sessi

Dopotutto, il loro è un cinema fondamentalmente per il pubblico, l’unione tra un prodotto commerciale, furbo ma di buon cuore, e l’umiltà di una storia che mira a raccontare di temi importanti attraverso il particolare di caratteri ben descritti e magistralmente interpretati.

La battaglia dei sessi

La battaglia dei sessi

Anche qui, i registi si affidano a due grandi interpreti come Steve Carell e Emma Stone per dare corpo e anima ai due personaggi principali della storia. Ed è proprio qui la questione: la storia del ‘dietro le quinte’ della partita tanto citata lungo tutto il film è essa stessa il centro della storia.

Non che la partita non verrà ben descritta né troverà spazio ma è proprio un discorso sullo sport, di quanto sia stato importante per il movimento femminista e di quanto in generale influisca sulla massa che viene a mancare in una storia che lascia invece spazio ad una dramedy dove i due attori dimostrano la loro grande capacità interpretativa (interessante la riflessione sulle motivazioni che li spingono a sfidarsi e su come quindi il loro arco narrativo si completa grazie a queste) e dove la (solita) regia di Dayton e Faris si fa più matura e serrata, grazie ad un montaggio ritmato ed una fotografia pastello che non tradisce la loro filmografia, ormai chiara come il messaggio che sin dal prologo arriva agli occhi e alle orecchie dello spettatore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *