Killers of the Flower Moon è un film del 2023 diretto dal maestro Martin Scorsese con protagonisti la coppia di attori feticci del regista Leonardo Di Caprio e Robert De Niro per la prima volta insieme. La pellicola uscirà in sala a partire dal 19 ottobre distribuita in collaborazione tra 01distribution e Leone Film Group, e successivamente su Apple Tv+.
Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo “Gli assassini della terra rossa” (2017) di David Grann, tratto a sua volta da fatti realmente accaduti.
La pellicola ha esordito in anteprima mondiale fuori concorso alla 76esima edizione del Festival di Cannes il 20 maggio 2023.
Killer of the Flower Moon
Il film è ambientato nell’Oklahoma degli anni venti dove un popolo di nativi americani della nazione Osage scopre un ricco giacimento di petrolio, divenendo così i più ricchi della zona. Dopo questa scoperta molti di loro verranno misteriosamente uccisi.
Nel mentre arriva lì Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio) reduce della Grande Guerra che andrà a vivere dallo spietato zio proprietario terriero William Hale (Robert De Niro). Parallelamente ad Ernest che vive la sua nuova vita un FBI embrionale indaga sugli omicidi scoprendo cose terribili.
Il trailer del film
La prima regia di Scorsese con Di Caprio e De Niro insieme
Dopo la presentazione a maggio al Festival del Cinema di Cannes l’ultima fatica del maestro Martin Scorsese arriva ufficialmente nelle sale italiane come una delle proiezioni più attese dell’anno. Il regista dopo il flop della sua ultima pellicola “The Irishman” (2019) torna dietro la macchina da presa, adattando l’omonimo romanzo, per mostrarci un ritratto antropologico di una porzione importante della storia americana.
Il film ci mostra questi Stati Uniti negli anni 20′ del Novecento, periodo in cui i nativi americani Osage dell’Oklahoma si erano arricchiti grazie alla scoperta di giacimenti di petrolio nelle loro terre. Scorsese sceglie di adottare un registro quasi documentaristico per raccontarci la società Osage e l’integrazione dei bianchi americani. Vediamo un ribaltamento del solito cliché, in questo film come per una parte di storia del paese, sono i nativi americani a detenere soldi e potere e per questo si creeranno dinamiche antropologicamente interessanti.
Non si ha un vero e proprio punto di vista del regista, viene narrato tutto in modo estremamente freddo e dettagliato per l’appunto come fosse un documentario, il che è positivo da un lato visto che così riesce a descrivere perfettamente i meccanismi della società ma negativo da un altro dato che adottando questo registro nel film manca la componente emotiva, si fa fatica ad empatizzare con i personaggi e raramente il film emoziona, se non per la straordinaria parte tecnica e visiva.
Attraverso il ritratto della società del tempo Scorsese analizza uno dei difetti che da sempre affligge l’essere umano , l’estrema avarizia, gelosia e brama di potere in questo caso rappresentate in modo eccelso dal subdolo personaggio di William Hale, interpretato da un magistrale Robert De Niro. Che sotto la direzione di Scorsese riesce sempre a dare il meglio di sé.
Killers of the flower moon: due miti a confronto
Al contrario come contro altare troviamo l’Ernest Buckhart di un inedito Leonardo Di Caprio, un personaggio tutt’altro che subdolo e meschino, un sempliciotto di campagna che non si rende conto di tutto ciò che gli accade attorno. Rappresenta l’ingenuità di un uomo che si fa plasmare dallo zio andando addirittura a rovinare l’amore che prova. Amore nei confronti della nativa americana Molly di un’ottima Lily Gladstone, personaggio che è metafora della triste storia dei nativi americani, ingannati per cercare di ingraziarseli e qualora non avesse funzionato eliminati.
Vedere i due straordinari attori cresciuti quasi da Scorsese recitare insieme in una pellicola del genere è emozionante, tutte le interazioni e i dialoghi tra i loro personaggi sono iconici e memorabili. Si potrebbe vedere romanticamente come un passaggio del testimone.
Il film tecnicamente è perfetto la messa in scena è incredibile, ogni singola inquadratura è da antologia di storia del cinema. Il resto va di pari passo, dalla fotografia che ritrae perfettamente questi paesaggi incontaminati dell’Oklahoma alla scenografia a quei pochi ma buoni effetti visivi che ci sono.
Grazie all’impianto tecnico e ad una storia che comunque prende lo spettatore, nonostante la mancanza di empatia nei confronti dei personaggi, le tre ore e venti che dura non pesano come si potrebbe pensare ma scorrono bene. Al contrario dell’ultima opera del regista The Irishman film inutilmente pesante che sembrava non finire mai.
Il manifesto di Martin Scorsese
Killers of the flower moon rappresenta l’essenza di Martin Scorsese, un regista ormai ultraottantenne che riesce a rimanere attuale risultando più moderno di molti suoi colleghi. Da sempre è alla costante ricerca di rimanere al passo con i tempi coniugando però a questa attualizzazione il cinema classico e le sue storie.
Senza dubbio uno dei film più belli dell’anno, che nonostante l’apparente ostica durata invito tutti a vedere in sala per goderne a pieno.