Ci è voluto un po’ di tempo affinché arrivasse anche in Italia questo già piccolo cult del genere horror. Presentato al Toronto Film Festival e perfino alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes due anni fa, ora è il momento anche per gli italiani di poter vedere in sala It follows.
It follows
Ci troviamo in una classica provincia americana, Jay (Maika Monroe) è una classica adolescente che ha una storia d’amore con l’affascinante Hugh (Jake Weary). Una sera i due si appartano in auto e qui consumano la loro prima notte d’amore. Tutto apparentemente normale se non fosse che il fine di Hugh era tutt’altro da quello che Jay si aspettasse. Infatti l’obiettivo di Hugh è quello di trasmettergli una maledizione, da cui ci si può liberare solo per via sessuale. Ma dalla maledizione in realtà non ci si libera mai: infatti se uno degli infettati muore, la maledizione ritorna al suo vecchio proprietario. Ma in cosa consiste questa condanna? Il titolo, per quanto breve, rende bene l’idea di fondo: It follows ovvero ti segue. Cosa o chi non è del tutto spiegato ma l’unica certezza è che questa entità prenderà le sembianze di sconosciuti o perfino della gente a te più cara per seguirti, sempre, silenzioso, in linea retta verso di te. E a nulla servirà tentare di ucciderlo o nascondersi, quell’it ti seguirà sempre con l’unico scopo di porre fine alla tua vita.
Un orrore tanto lento quanto spietato
It follows ha letteralmente conquistato il mercato a stelle e strisce incassando la bellezza di circa quindici milioni di dollari, che sono tantissimi per un horror indipendente e a basso budget. Ma soprattutto ha ricevuto anche il placet unanime di gran parte dei critici cinematografici. In poco tempo insomma, il film è diventato un piccolo cult, grazie anche al passaparola del pubblico appassionato di genere.
Ed effettivamente non possiamo che confermare quanto di buono è stato già scritto dagli altri. Un film che regala attimi di vera tensione grazie a questo terrore che ti attanaglia inseguendoti e senza lasciarti via di scampo. Nessun balzo programmato dalle poltrone o sangue scenografico random ma un attento e dettagliato lavoro di regia, con inquadrature che fanno sentire partecipe anche lo spettatore, che potrà lui stesso individuare l’inquietante inseguitore. Un orrore solamente suggerito che frutta uno straniamento continuo. Personaggi che quasi si trascinano ma capaci di suscitare angoscia per il loro essere così disturbanti.
Splendida anche la musica, una composizione elettronica composta dai Disasterpiece, che riporta la mente ai classici horror degli anni ottanta, sarà immediato il ricordo alll’Halloween del maestro Carpenter. David Robert Mitchell, giovane regista qui alla sua opera seconda, ha svolto un lavoro davvero egregio mostrando come basti poco per creare un prodotto di alta fattura. Pare che l’idea per It follows sia nata da un suo incubo infantantile.