Ciclo Totò: Una di quelle, un intenso e drammatico Totò

Film poco noto, “Una di quelle” si segnala per l’interpretazione meno canonica dell’artista partenopeo. Continuate a leggere per saperne di più.

 

Un Totò minore, ma non meno intenso

 

 

 

 

 

 

 

 

Uscito nei primi anni Cinquanta a cavallo tra il genere neorealista e il sottogenere della pellicola strappalacrime, popolarissima all’epoca, il film “Una di quelle” è uno dei meno noti nell’ambito della filmografia di Antonio De Curtis che qui  tenta di scrollarsi la maschera comica per dar vita a un personaggio candido ma onesto e meno ridicolo.

Affiancato da Peppino De Filippo e da Aldo Fabrizi nel ruolo di un anziano e burbero medico di guardia e interpretato dalla bella Lea Padovani Totò in questo film è un ricco proprietario terriero che insieme a un amico decide di venire a Roma per darsi al bel tempo.

Contemporaneamente una povera vedova oberata dai debiti e da una improvvisa malattia del figlioletto decide di vendere se stessa per far fronte ai suoi problemi finanziari: il destino farà incontrare le due solitudini.

 

Tutto in una notte

 

 

 

 

 

 

 

 

L’azione si svolge in meno di ventiquattr’ore e ha come ambientazione la misera ma dignitosa abitazione della vedova, situata in un casermone della periferia romana e i dintorni con una piccola appendice in un locale notturno di infimo ordine teatro dell’incontro tra Totò e quella che lui scambia inizialmente per una donnina “allegra”.

 

Una “commedia” degli equivoci

 

 

Pur nella drammacità della vicenda,( si evidenzia la difficoltà per una donna sola di mantenersi “onesta” senza un’occupazione dignitosa, il figlio rischia la vita per una grave forma di difterite, gli ambienti della storia enfatizzano la miseria dei protagonisti), molte situazioni assumono l’aspetto di una commedia degli equivoci. Totò, solo dopo aver visto il piccolo figlio della sedicente prostituta febbricitante si rende finalmente conto di aver sbagliato a configurarsi una serata di piaceri, il medico di guardia chiamato a visitare il bambino scambia la coppia Totò-Padovani per due coniugi in fase di “stanchezza”, De Filippo rimasto nell’androne del palazzo della Padovani ad attendere l’amico crede che nell’appartamento della donna sia in atto una festicciola spinta.

Tuttavia il pathos ha la meglio e anche se Totò e il compare De Filippo sono protagonisti di minimi siparietti lo spettatore si lascia trascinare più dalla storia che dall’attore De Curtis, rara occasione in cui il copione ha la meglio sulle improvvisazioni dell’interprete.

 

Un attore completo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche se la critica dell’epoca arrogante e di stampo cattolico ( l’idea di vedere una donna spinta per bisogno alla prostituzione era assolutamente censurabile) come al solito sottovalutò l’interpretazione di Antonio De Curtis, la pellicola dimostra e sottolinea come l’artista sia un attore completo capace di far ridere ,ma anche di essere serio e drammatico. L’invito a vedere il film è quindi rinnovato per lo spettatore curioso.

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