Fiction Televisive: Il problema della bulimia in ‘Sono soltanto briciole’

Tema anoressia in tutte le sue sfaccettature tratta dal libro di Alessandra Arachi e diventata una fiction rai. Sandra (Claudia Zanella) ha diciotto anni. Profondamente insicura e innamorata di Saverio (Gabriele Mainetti) , un nuotatore come lei profondamente legato alla droga. Il suo amore inizialmente non corrisposto la induce a smettere di mangiare.  La sua ostinazione la porta a varcare anche i confini della bulimia, divorando se stessa e il cibo. Perdere chili diventa un traguardo raggiungibile.

Un giorno finisce in ospedale e la sua unica preoccupazione è l’alimentazione forzata che potrebbe farle riacquistare i chili persi con fatica. Uscita dall’ospedale incontra Saverio con il quale inizia una relazione. Il legame inizialmente motivato dalla necessità di entrambi di evadere dalla dipendenza, funge da supporto.

briciole

Nonostante le buone intenzioni lui perde la vita in seguito a un overdose. Sandra è disperata. Sorretta dallla famiglia apparentemente intenzionata ad aiutarla senza pressioni psicologiche, la ragazza intravede uno spiraglio nella lunga strada verso la guarigione.

Tematiche

Il comportamento alimentare di Sandra è il tema centrale del film, seppur attorniata di personaggi che intervengono nel suo processo di guarigione: la famiglia. La sorella più grande trascorre gran parte del suo tempo al telefono in compagnia di un uomo soffocato dalla sua insistenza; i genitori sono in crisi; la sorella più piccola appare una Big Kalhuna la cui immagine è portata all’eccesso.

Una bambina matura e saggia come un santone, arguta e intuitiva: tutto tranne che una bambina. Primi piani del cibo ben mirati per evidenziare la discordanza con i disturbi alimentari di lei. Eccesso contro mancanza. La figura della psicologa della mamma è poco convincente e per di più sembra che legga (male) direttamente dal gobbo. Punteggio non completamente positivo al film, per la leggerezza con la quale mostra una guarigione semplice e soprattutto per il modo in cui si mette in mostra la sua negazione della fame.

Nel film infatti, non si nasconde dietro silenzi, ammette di non mangiare e spettacolarizza la sua bulimia. L’anoressica invece rifiuta di essere malata, si nasconde dalla famiglia e soprattutto non mostra atteggiamenti plateali per cercare aiuto perché è convinta di poter disciplinare corpo e malattia. Non cerca aiuto fino all’ammissione della malattia. Particolari rilevanti a parte, il film è carino.

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