Il 14 maggio arriva nelle sale cinematografiche Nomi e Cognomi opera prima del regista Sebastiano Rizzo, girata interamente in Puglia e prodotta da Draka Production, società di produzione pugliese.
Nomi e cognomi
di Teresa Schiera @Percorsi Up Arte
Domenico Riva detto Mimmo (Enrico Lo Verso) è uno stimato cronista, direttore di una famosa testata giornalistica di un paese del sud Italia. Insieme ai suoi giovani collaboratori (Marco Rossetti, Giorgia Masseroni, Titti Cerrone, Marco Pezzella, Paolo Strippoli) indaga sui loschi traffici che riguardano una discarica abusiva. La moglie (Maria Grazia Cucinotta) e le due figlie vorrebbero un marito e un padre più presente.
Ma Mimmo è totalmente dedito al suo lavoro. Minacciato dalla mafia e dal suo stesso editore non vuole scendere a compromessi e fonda un giornale tutto suo “per sentirsi libero e senza padroni”. Riva e i suoi ragazzi attiveranno il risveglio della coscienza civile raccontando verità e fatti. E i fatti hanno sempre Nomi e cognomi.
Dedicato a chi lotta contro la mafia
Cosimo Cristina, Mauro de Mauro, Peppino Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano. Sono alcuni nomi di giornalisti uccisi dalla mafia, i cui cadaveri sono stati occultati dall’omertà degli uomini. Nomi e Cognomi è dedicato ad ognuno di loro. Con questo film il regista Sebastiano Rizzo inaugura il suo ingresso nel mondo cinematografico.
Conosciuto per aver girato il cortometraggio La ricotta e il caffè dedicato a Giuseppe Fava, Rizzo segue poco incisivamente il filone del giornalismo eroico che ostacola le organizzazioni mafiose. Il tema riporta alla mente film come I cento passi di Marco Risi e non è un caso che venga distribuito nelle sale cinematografiche pochi giorni dopo il 37°’anniversario della morte di Peppino Impastato.
“Un giornalista racconta le verità, racconta i fatti. E i fatti hanno dei nomi, sempre.” Così Mimmo Riva si rivolge ai suoi ragazzi nella prima sequenza del film. Nonostante i dialoghi siano molto didascalici e la prima parte dell’opera pecchi di inerzia ponendo l’accento su una costante enfasi musicale, la narrazione è di per sé coraggiosa e toccante. La messa in scena riguarda una dura realtà del sud e dell’Italia: la mafia, gli intrecci tra criminalità e politica, l’omertà ma soprattutto la voglia di farcela, il coraggio di cambiare le situazioni a rischio della vita e senza scendere a compromessi.
Una verità che avrebbe avuto maggior respiro senza l’utilizzo di tutti quei clichè sui mafiosi che siamo abituati a vedere sul grande schermo. Nomi e Cognomi è un film che racconta verità scomode. Durante la conferenza stampa del 5 maggio tenuta al cinema Space di Roma, Maria Grazia Cucinotta sottolinea: “Nel film i buoni sono buoni e i cattivi cattivi, mentre siamo sempre più spesso abituati a vedere i cattivi trattati da eroi e i buoni che pagano. Quella, purtroppo, corrisponde alla realtà. Ma noi abbiamo voluto dare un messaggio di speranza.”
La speranza in cui credevano Giuseppe Fava e Peppino Impastato annegata in un mare di omertà e che a volte il cinema riporta a galla.