Moglie e Marito (o l’improvviso sentimento dell’imprevedibilità)

Arriva nelle sale italiane Mercoledì 12 Aprile (giornata del mese dedicata al cinema a 2 Euro) il film che segna l’esordio al lungometraggio di Simone Godano, prodotto da Matteo Rovere e Roberto Sessa e distribuito da Warner Bros. e con protagonisti Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak: Moglie e Marito.

Moglie e marito

Moglie e marito

Moglie e marito

Andrea (Pierfrancesco Favino; Le confessioni, Suburra) è un neochirurgo non strutturato che, insieme all’amico e collega Michele (Valerio Aprea; Smetto Quando Voglio, Boris), sta preparando un esperimento scientifico che potrebbe cambiare il futuro lavorativo di entrambi. Portatosi il lavoro a casa, Andrea decide di provare la sua invenzione sulla moglie Sofia (Kasia Smutniak; Perfetti Sconosciuti, Allacciate le cinture), per quanto si trovino sull’orlo di un divorzio. Accadrà qualcosa che metterà tutto in discussione.

Trailer del film “Marito e Moglie”:

La prova

Un tempo il cinema americano era lì pronto a spiare e rubare le idee, gli stili e la materia raccontata dal nostro cinema italiano, quello di Fellini, De Sica, Antonioni ma anche di Bava, Fulci, Argento. Dal 2000 in poi abbiamo visto invece come le influenze che dagli anni ottanta ci hanno accompagnato e formato oggi siano frutti di innesti tra un cinema che nasce e si forma con delle basi fortemente statunitensi per essere poi trans-codificate in un tessuto prettamente nostrano. Da qui arrivano i tentativi supereroistici (Il ragazzo Invisibile, Lo chiamavano Jeeg Robot) ma anche il cinema d’autore di Virzì (Il capitale umano) e ancora la saga di Smetto Quando Voglio, prodotta come Moglie e Marito da un uomo che si forma dentro tutto questo cinema come Matteo Rovere, produttore oltre che regista, che in quest’ultime vesti ha fatto di quanto da me detto sinora un sunto nel suo Veloce come il vento.

E dunque quest’opera prima di Simone Godano nasce da una sceneggiatura che strizza l’occhio a quel cinema che dagli anni cinquanta ha influenzato e affascinato gli spettatori di tutto il mondo e che non vede limiti di genere: lo scambio di coppia. Che sia tra marito e moglie o tra madre e figlia non importa: è un’operazione che ha sempre funzionato. E qui la sceneggiatrice Giulia Steigerwalt, insieme a Carmen Danza, riesce perfettamente nell’intento senza particolari sbavature, sempre coerenti al plot e senza mai tradire l’obbiettivo di verosimiglianza al tessuto sociale nostrano, quasi come ad utilizzare l’esperimento scientifico che porta allo scambio di coppia più come ad un McGuffin di Hitchockiana memoria che come ad uno strumento per addentrarsi in un genere specifico e quindi raggiungere il surreale o il grottesco. Il fine è raccontare del rapporto di coppia e il prologo del film risulta essere quindi quasi un pretesto ideale di un fine che verrà coerentemente raggiunto.

Moglie e marito

Moglie e marito

Regia e cast

Grazie anche al contributo di un regista che ben poco sembra al suo esordio al lungometraggio, attento tanto ad una messa in scena sobria ed alla ricerca di colori pastello che accompagnino lo spunto surreale, quanto nella presenza di un’invadente e costante luce nell’obbiettivo come a ricordarci che il tutto è una costruzione puramente formata per raccontare semplicemente di due persone, nella costante ricerca di realismo e nella totale assenza di virtuosismi che avrebbe spostato lo sguardo dal centro funzionale del film.

Gli attori protagonisti li troviamo qui in splendida forma: se il bravissimo Favino carica però la mano raccontando un archetipo di donna e di femminilità e non la versione femminile della sua compagna in questo film, é la Smutniak ad essere invece la vera sorpresa comica, mai volgare e quasi mai fuori contesto, riesce a ‘rendere’ Favino al meglio del suo potenziale nel primo ruolo che restituisce una verve comica che finora nella sua filmografia non era riuscita a rendere davvero. Ed una nota di merito va data al Michele di Valerio Aprea che qui, per la prima volta, si mostra una spalla comica sobria, costante e coerente fino allo sguardo finale che restituisce ad Andrea/Sofia e che ci dimostra la profondità tutta da scoprire di un’attore che non ci ha ancora dato tutto.

Moglie e marito

Moglie e marito

Pur rimanendo in un territorio già visto, Moglie e Marito riesce a dare un’ulteriore punto di vista ad una delle storie più raccontate nella storia del cinema e a farlo senza particolari sbavature, trovando una sua dimensione ed un suo posto in questo immenso regno di proposte cinematografiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *