La Gioconda Svelata al Far East Film di Udine

Al Visionaria di Udine si respira un’aria diversa dal Teatro Nuovo, più raccolta, meno frenetica; nella struttura che ricorda un loft sociale autogestito vengono proiettati ogni mattina i lavori televisivi di Ann Hui nome illustre della new wave anni ’80 di Hong Kong.

Della regista il festival propone la serie televisiva degli anni settanta ICAC, una sorta di agenzia governativa che indaga su soprusi, corruzioni, furbi poliziotti e sale da gioco clandestine.

Save the voice

Nella foto sopra:  la Presidentessa di Save the Voice, la signora Ester da Cividale del Friuli

Tra cinema di genere e cinema d’autore la serie non risente affatto della sua non giovane produzione e i fatti narrati potrebbero benissimo essere trasportati nell’attualità.

Dopo un paio di episodi della serie nella piccola ma confortevole sala proiezioni, mi ritrovo (ma io chiedevo solo un caffè) al workshop dei giovani produttori asiatici; inutile darsi delle arie da manager, la mia faccia italiana non riesce a confondersi coi nipponici.

Intanto una lieve pioggerellina comincia a bagnare Udine e i suoi cinefili, segno che il week end resistente sta per terminare, anche se il Festival va avanti ancora sino al 2 maggio.

Sarà il tempo grigio, le penne al salmone con il mezzo di bianco della rustica trattoria Manin, ma Fish Story del sud coreano Yoo Ha non riesce proprio a  coinvolgermi; eppure i segnali del bel film ci sarebbero tutti, una storia interessante (un meteorite sta per cadere su Tokio ma un piccolo negozio di dischi non ne vuol sapere di chiudere), un intreccio di personaggi ed eventi tra dramma e fantascienza, una colonna sonora da scoprire; invece il regista sembra non sapere da che parte andare, su quale aspetto soffermarsi con il risultato di un film a tratti caotico e leggermente prolisso.

Sotto: il video La Gioconda svelata

Dopo aver dilapidato i miei risparmi in dvd (inutile resistere agli scaffali che ammiccano selvaggiamente al cuore e al portafoglio), dilapido gli ulteriori risparmi in altri prodotti di merchandising nipponico.

Solo la chiusura pomeridiana dei negozi mi salva da una sicura bancarotta, magari è il caso di ritornare in sala.

P.S. Il Save the voice, movimento per salvare la traduttrice stanca del Far East Festival continua la sua marcia e si fa in tre, perché sono tre le signore che ogni giorno si alternano nella stanzetta del mixer per regalarci ore ed ore di paradossale ilarità, i provini per il coro delle voci atone è ufficialmente aperto.

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