Altro grande ospite del BIF&ST 2014 è stato Ugo Gregoretti, regista televisivo e cinematografico, classe 1930, che ha regalato attente ed ironiche fotografie della nostra società.
Ottant’anni e non sentirli: il nuovo progetto
Arguto e arzillo come non mai, Ugo Gregoretti, arrivato all’età di 84 anni ha iniziato la sua lezione di cinema a Bari raccontando del suo nuovo progetto cinematografico ispirato alla sua biografia, dal titolo Finale Aperto, pubblicata nel 2006. Alla domanda su qualche dettaglio in più e su alcune anticipazioni, ha affermato:
Ugo Gregoretti: L’auspicio, per quel che mi riguarda è relativo alle prossime settimane: facendo i debiti scongiuri fino all’ultimo giorno pare che finalmente riesca a girare questo film. Le anticipazioni le diamo una volta al giorno da più di un anno. Purtroppo oggi è molto difficile trovare i soldi per fare un film.
Nel video che segue, il regista racconta i dettagli di questo nuovo progetto ispirato alla sua vita e ne approfitta per narrare uno dei suoi primi ricordi: il funerale di Pio X
Ugo Gregoretti: Questa autobiografia è tutta più o meno di questo tipo, è comunque il ritratto di un perfetto cialtrone, una specie di inventario, di mappa della mia cialtroneria congenita e inguaribile e vuol essere nello stesso tempo, senza dirlo, una beffa nei confronti di tanti miei colleghi che quando affrontano un’autobiografia si automonumentalizzano. Io ho fatto una specie di antimonumento. In questo film non si parla mai o quasi della mia attività professionale e, se ne parlo, è solo per cose buffe. E’ proprio messa in disparte. Ne viene fuori la vita di un uomo qualsiasi, quale io sono, che però, come disse di se Carlo Goldoni, è nato sotto l’influsso di una stella comica. Questa definizione Goldoni la dette di se stesso, io nel mio piccolo me ne sono appropriato.
I nuovi angeli
Gregoretti ha lavorato prevalentemente per la televisione ma è stato anche regista cinematografico esordendo con il film inchiesta sui giovani I nuovi angeli, proiettato al BIF&ST prima della lezione. Vedendo il film si ha la sensazione che alcune delle frasi che ascoltiamo, l’immagine della fabbrica, la festa finale, la dialettica infinita giovani/meno giovani sia molto attuale. Nei video che seguono il regista parla di com’è nato il film e dei problemi produttivi e di doppiaggio. La difficoltà principale è stata, comunque, quella di farsi accettare, provenendo dalla TV, come regista di cinema:
Al termine del racconto Gregoretti ha anche scherzato su questo suo compleanno così faticoso. Doppiare 100 personaggi in poche ore deve essere stato pesante:
Ugo Gregoretti: A quei tempi io non avevo il senso della conservazione archivistica perché ogni tanto mi rammarico al ricordo di questa impresa che non ho conservato.
Il debutto al cinema: l’accoglienza della critica
Ugo Gregoretti ha esordito al cinema con I nuovi angeli ma negli anno precedenti aveva fatto cose molto importanti in televisione, una televisione inimmaginabile oggi, un vero e proprio laboratorio di sperimentazione. Il film stesso era di grande attualità con una forma e uno stile insolito per il cinema italiano di quegli anni. I giornalisti ed i critici hanno capito o hanno faticato come al solito? Nel video la risposta:
La scelta di lasciare il cinema
Come mai il regista non ha fatto più film per il cinema continuando a lavorare solo per la televisione?
Ugo Gregoretti: Questo sacrilegio del fatto che un miserando rospo (io) dal pantano maleodorante della disprezzatissima televisione (quella che, tra l’altro, oggi viene rimpianta) aveva osato compiere un salto e planare nella sala dell’Olimpo dei maestri del cinema, dette molto fastidio, in particolare a quelli del cinema. Mi fu negata per alcuni mesi l’iscrizione all’ANAC che era l’associazione nazionale degli autori cinematografici che tuttora esiste e per una buffa nemesi ora sono il presidente per una presidenza che dura da anni. Io dico di essere come mr. Pickwick, il presidente del circolo Pickwick che aveva la denominazione di presidente perpetuo: io sono presidente perpetuo dell’ANAC. Allora però non fu così: ‘Come? Questo viene dalla televisione!‘ dicevano i cineasti.
Termina qui la prima parte della lezione di cinema di Ugo Gregoretti. Continua a leggere la seconda parte.