Lezioni di cinema: l’esperienza di Sergio Rubini – terza parte

Dopo una parte dedicata interamente al rapporto di Sergio Rubini con il grande Federico Fellini, entriamo oggi nel pieno della carriera dell’attore e regista.

La comicità

Io ritengo che nel comico passi tanta roba. Non ho nessuna frustrazione nel farlo, il mio ultimo film è una commedia, non l’ho fatta con il senso di colpa dell’autore che ha fatto film drammatici e ad un certo punto deve fare la commedia. Da attore il comico mi piace molto e quando mi chiedono di farlo lo faccio con grande gioia. Fa parte di tutto ciò che imparai quella sera a 16 anni.

Se un attore dice una battuta e la gente ride dipende dalla formazione, anche quella di barese, e dalla capacità di ascolto. Il comico poi ha tantissime sfumature: ci sono dei film, o una comicità, che ti gratifica perchè ti sembra di aver riso ma ti senti anche intelligente e c’è una comicità che ti mortifica perchè alla fine dopo aver riso tanto ti senti un deficiente.

Gabriele Salvatores

Sergio Rubini ha fatto 3 film con Gabriele Salvatores, Nirvana, Denti e Amnèsia, nel video racconta il suo rapporto con questo regista:

La carriera

C’è stato un film da regista la cui lavorazione è stata stressante? Ecco la risposta di Sergio Rubini:

Il film più travagliato è stato La bionda, il mio secondo film: è durato tantissimo e mi ha fatto faticare. Ho sofferto, ma che le opere seconde siano complesse è abbastanza frequente.

‘Una pura formalità’: il ricordo del set

Il film di Tornatore è stata un’esperienza particolare perchè Depardieu fa bene il primo e secondo ciak e poi a poco a poco fa sempre meno bene. Polansky la faceva bene dal trentesimo ciak in poi. Riuscire a coniugare questi due mondi non è stato semplice e si complicava ancora di più da Tornatore che andava per un altro mondo ancora. Però è stata un’esperienza fantastica perchè sono diventato amico di Depardieu, ho fatto con lui tanti film ed è una cosa che mi porto nel cuore. E poi c’è anche qualche contatto con il mio primo film La stazione. Infatti quando ero sul set mi sembrava di essere ancora nella scenografia del mio film precedente.

La pugliesità

Il mestiere dell’attore

Quando ho cominciato, andavo in giro a fare i primi provini dicendo che non avevo fatto una scuola di formazione. Alla fine degli anni ’70 il nostro cinema continuava a fare il verso ad un cinema che faceva il verso al Neorealismo. Per cui si prendevano attori per i loro volti e non per la loro voce o per la capacità di recitare. Gli attori di teatro alla fine degli anni ’70 venivano visti come un pericolo perchè li consideravano quasi come dei cantanti, gente impostata. Per certi versi era vero:

Al momento delle domande, ecco la mia: lei è diventato regista quasi per caso, spinto un pò da Domenico Procacci, dopo di che ha continuato sia la carriera di attore che quella di regista. Ha lavorato con registi di un certo spessore (Archibugi, Piccioni, Salvatores, Tornatore) quando già faceva il regista. C’è l’occhio del regista anche quando fa l’attore con altri registi ed i registi stessi hanno un rapporto diverso con gli attori che fanno anche i registi?

Il mestiere del regista è talmente complicato che quando ho l’opportunità di fare l’attore che invece per me è un mestiere più leggero, lo considero come andare in vacanza. Quando uno va in vacanza non si mette a lavorare. Quando faccio l’attore mi prendo il gusto di questo mestiere cercando di non sapere nulla, non mettendo il becco e soprattutto rispettando chi dall’altra parte sta facendo un lavoro molto complicato. Io sono un attore irreprensibile in questo senso perchè sto al posto mio.

A volte gli attori sentono come una frustrazione e fanno domande del tipo ‘perchè la macchina da presa l’hai messa lì? io l’avrei messa qui’, robe di questo genere. Io non lo faccio e penso di essere per i registi con i quali lavoro anche un compagno di lavoro affidabile, non mi metto in mezzo, anzi forse pecco all’opposto perchè magari forse poi è importante dire la propria, mentre io sto quasi troppo zitto.

La lezione di cinema di Sergio Rubini. Modera Enrico Magrelli

E con questa bella immagine del mestiere dell’attore concludiamo la penultima parte della lezione di cinema di Sergio Rubini. Continua a leggere la quarta ed ultima parte.

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