Speciale Sudestival 2018: Matteo Vicino racconta Lovers

Sesto film in concorso al Sudestival 2018 è Lovers del regista Matteo Vicino. In questo articolo l’intervista che il regista ci ha concesso in occasione della proiezione del suo film al festival.

Matteo Vicino

Il regista Matteo Vicino al Sudestival

Intervista al regista Matteo Vicino

Ciao Matteo, benvenuto su cinemio. Leggendo la tua biografia si scopre che hai esordito come intrattenitore e comico, poi sei passato al teatro ed infine alla regia. Ma sei anche fotografo e musicista. A questo punto due domande sorgono spontanee: cosa vuole fare da grande Matteo Vicino?

Matteo Vicino: Credo che per riuscire in qualsiasi forma d’arte o imprenditoriale, sia necessario conoscere tutti gli aspetti di ciò che si vuole esprimere. Un Direttore d’orchestra è maestro in ogni strumento della propria orchestra.

E come sei arrivato alla scelta di passare dietro la macchina da presa?

Matteo Vicino: Volevo fare qualcosa per limitare la strage continua sulle strade. La Polizia di Stato mi ha offerto il grande onore di scrivere e dirigere Young Europe, il mio primo film, al momento il migliore.

Il regista Matteo Vicino al Sudestival tra le attrici Antonietta Bello e Margherita Mannino

Vedendo la tua filmografia scopriamo invece che sia per Outing, il tuo primo film che per Lovers sei autore di soggetto e sceneggiatura e sono tue anche regia e montaggio: mania di controllo o necessità produttiva?

Matteo Vicino: Non ho alcuna fiducia nei registi che non controllano il loro prodotto. Paul Thomas Anderson nel suo ultimo film è arrivato a dirigere la fotografia, Robert Altman era padrone di ogni passaggio così come Stanley Kubrick.

Un regista che non monta il proprio film, pur con assistenti di grande valore al suo fianco, non potrà mai fare un grande film. In Italia purtroppo i montatori spesso si sentono “artisti” e impongono una loro visione. Negli Stati Uniti non esistono ragionamenti di questo tipo. Il produttore e il regista decidono ogni aspetto.

Parliamo un po’ di Lovers, dalla trama molto particolare (quattro storie in cui si incrociano gli stessi cinque protagonisti): ci racconti la genesi?

Matteo Vicino: L’Italia sta raggiungendo un baratro culturale senza pari.Volevo usare la metafora dell’amore per parlare di ignoranza diffusa. Così, siamo destinati a scomparire. Un paese senza cultura, è un paese finito.

Matteo Vicino

Il regista Matteo Vicino al Sudestival tra le attrici Antonietta Bello e Margherita Mannino

Parliamo del cast: a parte Ivano Marescotti, gli altri 4 attori sono tutti trentenni più o meno noti nel panorama cinematografico italiano. Come li hai scelti e come hai lavorato con loro per la costruzione del personaggio?

Matteo Vicino:  Ho cercato di scegliere i migliori attori stando lontano dalle logiche del cinema italiano, ormai corrotte oltre ogni limite. I film “mainstream” che troviamo al cinema spiegano chiaramente cosa intendo. E infatti il pubblico è calato del 50% solo quest’anno.

Il film ha partecipato a numerosi festival e vinto anche un bel po’ di premi. Qual è stato il riscontro di pubblico e critica sul tuo film?

Matteo Vicino: All’estero il film è piaciuto molto. Abbiamo vinto a Londra, Lisbona, Fort Lauderdale. In Italia la situazione è più complessa.

Lovers

La proiezione di Lovers al Sudestival

E per concludere uno sguardo al futuro: il film è presentato in anteprima al Sudestival. Quando potremo vederlo in sala?

Matteo Vicino: Non è un bel momento per il cinema. Stiamo cercando di arrivare nelle sale con grande fatica. Non importa quanto il film abbia vinto e il suo valore. L’Italia non è un paese facile. A dire il vero, è il più difficile del mondo.

Ringrazio Matteo Vicino per la sua disponibilità e gli faccio, a nome della redazione di cinemio, un in bocca al lupo per il concorso del Sudestival.

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@Foto Credits Sudestival.org

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