Speciale Sudestival 2020: 5 è il numero perfetto di Igort

Quinto film in concorso al Sudestival 2020 è 5 è il numero perfetto di Igort. Nell’articolo l’intervista al regista.

Igort
5 è il numero perfetto di Igort

5 è il numero perfetto

Peppino Lo Cicero (Toni Servillo) è un camorrista ormai ‘in pensione’ che è costretto a tornare in attività a causa dell’uccisione del figlio. Per cercare vendetta chiede aiuto al suo ex compare Totò (Carlo Buccirosso) e tra una sparatoria e l’altra ritrova Rita (Valeria Golino), una vecchia fiamma.

Tratta dall’omonima graphic novel dello stesso Igort 5 è il numero perfetto è una storia di amicizia e riscatto in una Napoli dai colori plumbei. Bravissimo Toni Servillo che regala al suo Peppino umanità alternata a durezza e disillusione. Al suo fianco un Carlo Buccirosso in versione cattiva inedita e la sempre perfetta Valeria Golino.

Intervista a Igor Tuveri (Igort)

Ciao Igor, benvenuto su cinemio. Con una splendida carriera come autore di fumetto e dopo qualche esperienza di sceneggiatura decidi di passare dietro la macchina da presa. Qual è stata la molla che ha fatto scattare questo desiderio?

Mi ci sono ritrovato, il libro è stato opzionato tante volte, si sono scritte dieci versioni della sceneggiatura, e tutte mi vedevano coinvolto. Io non volevo fare la regia, non necessariamente. Perché sono qualcuno che aspetta, aspetto le idee, che la visione si formi, e sul cinema il tempo è denaro e queste attese sono un lusso che non sempre ci si può permettere.

Poi, dopo tanti tentativi in cui mi pareva che il film stesse andando lontano dalla sua vera natura, mi sono deciso. E ho preso a direzione del film. È stato faticoso ma anche entusiasmante. Io sono un curioso e trovarmi a esprimermi con un medium che riunisce scrittura, recitazione, musiche suoni e visione è stato inebriante.

Igort
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5 è il numero perfetto al Sudestival

Parliamo del passaggio dal tuo libro al film. Quanto ne sei stato fedele e in cosa te ne sei allontanato?

Sono stato fedele alla natura dei personaggi, e alla struttura narrativa. Sempre tenendo conto che stavamo realizzando un film, che è un linguaggio solo in apparenza simile a fumetto, in realtà per cose capitali piuttosto distante. Poi ci sono state diverse scene scritte per il film, e un personaggio, quello del gobbo, inventato per la scrittura scenica.

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È stato difficile portare nella realtà quello che avevi immaginato e illustrato nel tuo libro?

È stato semplice perché sapevo quello che volevo, e come lo volevo, credo. Essendo un disegnatore era molto facile capire esattamente il tipo di proporzione e di design di ogni scena. Ma anche le atmosfere e i tempi di narrazione.

Era una storia che avevo scritto in tanto tempo, 8 anni circa, e la conoscevo bene, ma erano anche passati 15 anni da quando l’avevo pubblicata, e dunque forse avevo la distanza necessaria. Un’esperienza utile, credo di aver imparato diverse cose.

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5 è il numero perfetto
5 è il numero perfetto: Toni Servillo e Carlo Buccirosso

Il film vanta un cast di prim’ordine in cui spiccano i protagonisti Toni Servillo, Carlo Buccirosso e Valeria Golino (che ha vinto anche il premio come migliore attrice a Venezia): come li hai scelti e come hai lavorato con loro per la costruzione del personaggio? Per comprendere meglio lo spirito del film hai consigliato loro di leggere il libro?

Ovvio, ogni attore aveva letto il romanzo grafico e poi il copione. Abbiamo lavorato leggendo tutto il copione a tavolino, come si fa in teatro. E poi mostrando loro un libro che stavo componendo nei giorni della preparazione, prima di salire sul set. Con tutti gli appunti visivi del film, atmosfere, palette di colori note sui vari personaggi, moodboard, scenografie, storyboard. Insomma cercando di avere sott’occhio ogni aspetto del racconto da restituire durante la recitazione.

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Lorenzo Lancellotti
Lorenzo Lancellotti al Sudestival

Il film è stato presentato a Venezia. Puoi raccontarci com’è andata? Ci sono stati momenti o complimenti che ti sono rimasti più nel cuore?

È stato un turbine di incontri e domande. Come sempre, immagino. Una cosa che stordisce ma rallegra.

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E per concludere uno sguardo al futuro. Ti rivedremo come regista? Hai già un nuovo film nel cassetto?

Sto scrivendo. Vediamo, arrivano anche delle proposte dall’estero. Ma se non sono convinto non salirò sul set. Sono un bambino viziato, faccio solo quel che amo.

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photo credits: sudestival.org

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