Le 17 cose da dimenticare del Torino Film Festival 2010

Eccoci arrivati alla seconda originale classifica di Gabriele Farina. Dopo averci elencato le cose da ricordare eccovi quelle da dimenticare.

Dopo aver visto le 40 cose da ricordare del Torino Film Festival 28, è giusto dare spazio anche a quanto di brutto c’è stato. Così queste sono le 17 cose da dimenticare del Torino Film Festival 28

Le code al TFF

Le code al TFF

1. le code per vedere i film (sì… c’era anche nell’altro elenco)

2. i biglietti blu (l’impressione è che non abbiano funzionato granchè)

3. gli accreditati romani (stampa) che si lamentano continuamente

4. far entrare in sala a film iniziato (una volta non succedeva)

5. il freddo del dicembre torinese (non possiamo spostarlo a giugno ‘sto festival?)

6. le bustine bianche antipirateria

7. l’operatrice di chissà quale tv che riprende in sala durante la proiezione di Kinoglaz

8. i cellulari che squillano durante le proiezioni (è successo, si)

9. il triste addio a Mario Monicelli

10. il festival sotto la neve (sì… anche questa c’era anche nell’altro elenco)

11. la sala riservata alla stampa quasi sempre mezza vuota

12. quegli autisti delle navette sempre incazzati (per carità, li capisco)

13. la Regione Piemonte che non partecipa alla serata inaugurale

14. la borsa argentata TFF28 (non brutta ma è la prima volta che si scassa)

15. scoprire che la mia bicicletta sotto la neve necessità di “modalità entrambi i piedi a terra” per sperare in qualcosa di simile ad una frenata

16. il finale di Hereafter

17. la gente che ride durante gli horror (quando non c’è proprio niente da ridere).

Il Torino Film Festival 2010

Il Torino Film Festival 2010

Due note di chiusura sul Festival.

Edizione particolarmente ricca di film di qualità. Non mi è capitato di prendere il classico bidone e non c’è dubbio che la media dei film fosse particolarmente elevata, anche (soprattutto) quella dei film in concorso. Come al solito la partecipazione del pubblico è stata entusiasta, ma forse è proprio questa la caratteristica del Torino Film Festival: un festival per il cinema e per il pubblico, senza lustrini, red carpet e paiettes.

I premi? Condivisibili, al punto che il mio personale pronostico ha centrato sia il Miglior film a Winter’s bone (anche se era la mia seconda scelta), sia il Miglior attore ad Omid Djalili (davvero superlativo in The Infidel), sia la Miglior attrice a Jennifer Lawrence (molto intensa in Winter’s bone). In realtà il premio è andato ex-equo ad Erica Rivas (Por tu culpa)… ma non mi sembra le due interpretazioni siano paragonabili.

In tutto questo chi ci ha rimesso è stato lo splendido Four Lions, che ad un certo punto le voci davano tra i favoriti (e che per me rimane il migliore tra in quelli in concorso). Se volete restituirgli un po’ di gloria non vi rimane che andarlo a vedere quando arriverà in sala.

Anche questa volta ringrazio Gabriele Farina per aver condiviso con noi tutto ciò che non ha digerito dell’ultima edizione del Torino Film Festival e invito i lettori che hanno avuto la fortuna di parteciparvi a dire la loro.

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