Anni ottanta. Un sindacalista cinquantenne (Claudio Bisio), è in crisi con la moglie e con il lavoro. Solo e non del tutto disperato procede verso una strada tortuosa e piena di sassolini. Prende in considerazione, dopo l’entrata in vigore della legge Basaglia, la possibilità di rendere autonomi e lavoratori alcuni pazienti degli ospedali psichiatrici. Nonostante le difficoltà iniziali, dovute principalmente all’opposizione del direttore dell’ospedale e all’incapacità dei pazienti di dimostrarsi fiduciosi nei confronti delle proprie capacità, riesce nell’intento.
Gli ex pazienti prendono coscienza delle possibilità di entrare a far parte del mondo dei “normali”. Si, perché prima la malattia mentale conduceva alla classificazione della pazzia e della normalità. Categorizzazioni che hanno pilotato all’autoconvincimento delle mancate capacità di ognuno.
Inizialmente ottiene il permesso per diminuire il dosaggio degli psicofarmaci, ritenuti demotivanti e soporiferi, poi affida un ruolo specifico ad ogni paziente, in relazione alle proprie doti innate. Così facendo dà vita una cooperativa che diventa un’impresa di montaggio di parquet. Tutto cambia: si può fare.
Critica
Divertimento e riflessione per una commedia basata sul tema del riscatto sociale, sulla vittoria contro l’emarginazione, sulla fiducia della persona e sulle persone. La complicità tra tutti i protagonisti rende possibile l’interazione ai fini di una pacifica e serena convivenza.
Il tutto senza scendere troppo nei particolari, senza generare un vittimismo forzato, senza un’aria generale di tristezza forzata. La realtà non è rose e fiori, non si è sempre felici, non si combatte senza perdere, non si sconfigge il male dentro. Questa è la vita.
Anche in questo caso i personaggi non realizzeranno tutti i loro sogni semplicemente perché hanno saputo credere in loro stessi e quello che si può fare si fa, ma non è abbastanza e i risvolti drammatici rivelano la dura realtà : a volte niente è abbastanza, non basta mettercela tutta, la realtà è realtà e l’immaginazione deve rimanere confinata nella sfera dei sogni.
Questa specie di favola ci insegna però, che l’importante è tentare, non riuscirci.
non so se un sorriso possa guarire malattie mentali, anche se un sorriso guarisce tante cose, ma so che ho appena finito di vedere il film e per un’ora circa Bisio, il grande Bisio, ha guarito il mio cuore arrabbiato per una giornata di rotture di balle. Gran bel film, interpetrato in un modo stupendo da parte di tutti e con il solito artista Claudio Bisio, che più vedo cose sue e più mi rendo conto che è proprio bravo. Sono felice che in realtà ci siano persone che credono in loro, che fanno di tutto per dargli una vita “NORMALE”, che possano donare emozioni, soddisfazioni e gioie a questi uomini e donne che hanno sofferto per tante ragioni. Io sono convinto che loro meritano una seconda possibilità nella vita sociale ed è giusto che ci provino, ed è meraviglioso che ci sia qualcuno che gli offre questa possibilità. Vedendo queste cose mi rendo conto che ci sono ancora, su questo mondo malato, gente BUONE e a loro che io dedico tutta la mia STIMA e i mie RINGRAZIAMENTI……….nella vita tutto SI PUÒ FARE!!!!