Ritroviamo con piacere il regista Giulio Mastromauro che ci parla oggi del suo ultimo cortometraggio dal titolo Nuvola.
Nuvola
Una vita che se ne va, o vorrebbe andarsene, e una vita che arriva e stravolge le esistenze. Questo il tema centrale di Nuvola, il nuovo intenso cortometraggio di Giulio Mastromauro.
Come nei suoi lavori precedenti, anche questa volta il regista riesce a toccare le corde più intime del cuore degli spettatori, con un racconto di dolore e di amore, due sentimenti così diversi ma così strettamente legati l’uno all’altro.
Splendide le immagini, grazie al sempre bravissimo direttore della fotografia Dario Di Mella, che, accompagnate dalla colonna sonora di Stefano Ottomano, riescono a raccontare più dei dialoghi, volutamente ridotti al minimo.Una nuova grande prova del regista Mastromauro che vorremmo tanto vedere alle prese con un lungometraggio.
L’intervista al regista Giulio Mastromauro
Ciao Giulio, bentornato su cinemio. Ci racconti la genesi di Nuvola, scritto a quattro mani con Paola Savinelli?
In genere non cerco la storia ma aspetto che sia lei a venire da me. Sotto forma di disagio, gioia, emozione. E’ successo con i miei corti precedenti ed è successo con Nuvola. Con Paola abbiamo scritto varie volte assieme, c’è un bel dialogo e si lavora bene perché siamo molto diversi e attraverso il confronto diamo alla storia il giusto equilibrio.
Nuvola, come i tuoi precedenti corti, racconta di una storia d’amore. L’amore è il motore che guida tutti i tuoi racconti. Ti va di raccontarcene il motivo?
Hai perfettamente ragione, ma credo che il “fuoco” delle mie storie sia soprattutto il senso della vita. Credo sia la mia vera ossessione. Nuvola è sì una storia d’amore, ma è soprattutto una storia che parla di vita o meglio dei momenti “no” della vita. Il più delle volte però queste nuvole sono di passaggio. E’ un film che parla di perdita ma anche di speranza. Perché laddove sembra che “il mare finisce, il realtà non finisce…”
Parliamo un po’ degli aspetti tecnici. Squadra che vince non si cambia e tu, da quanto vedo, sei di questa idea. Ci parli in dettaglio del lavoro che hai fatto con Stefano Ottomano alle musiche e Dario Di Mella alla fotografia? E per il montaggio? Come hai collaborato con Rosa Santoro, anche lei pietra miliare della tua squadra?
Complicità e fiducia sono alla base della buona riuscita di un lavoro. Ne sono fermamente convinto.
Dario è il mio punto di riferimento. E’ un rapporto davvero speciale il nostro e ormai ci capiamo senza bisogno di parlarci. Su Nuvola credo abbia fatto un lavoro fantastico, non a casa ha già vinto due premi importanti.
Stefano è un autore sensibile che ha un grande dono: riempie l’aria di emozioni, dal nulla. Eravamo entrambi felici di tornare a lavorare assieme e credo che questo entusiasmo abbia partorito una colonna sonora davvero importante , già premiata a Budapest. E’ il primo premio cinematografico che riceve nella sua carriera e, data la sua bravura, mi inorgoglisce molto la cosa.
Riguardo al rapporto con Rosa, è sempre emozionante e nel contempo divertente stare con lei al montaggio. E’ un lavoro soprattutto intellettuale, parliamo tanto e ci confrontiamo molto per rendere il film asciutto e incisivo.
Vorrei spendere una parola per ciascun membro del cast perché se Nuvola è un lavoro riuscito buona parte del merito è della squadra. Ne cito soltanto una, la più preziosa, mia moglie Virginia. Il suo lavoro dietro le quinte non ha davvero prezzo.
Passiamo al cast del corto. Come hai scelto e lavorato con i tuoi protagonisti? In particolar modo com’è andata con la piccola Marta Stallone che, nonostante la giovanissima età, sembra già a suo agio sul set?
C’è un pezzo della mia vita in tutti i personaggi di Nuvola. Per il personaggio di Filippo ho corteggiato molto Mimmo Cuticchio prima che accettasse. Non ama apparire nei film quindi lo considero un grande privilegio. Lui è un mito della cultura italiana, uno degli eredi della tradizione del Teatro dei Pupi, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco; eppure mi ha sorpreso per umanità e dolcezza.
Giulio Beranek è Palumbo, una figura chiave nel film. Appare e scompare nella storia come fosse un fantasma, lasciando però un’emozione potentissima. Giulio non è solo un bravissimo attore ma anche un ragazzo straordinario a cui voglio bene.
La vera rivelazione del film però è senza dubbio la piccola Marta. Per quel ruolo abbiamo provinato molti bambini, tutti molto belli ma tutti molto, come dire, “bambini”. Io invece cercavo un angelo e per fortuna è arrivato alla fine dell’ultimo giorno di provini al Cineporto. Marta era con la mamma e con la zia ed é rimasta quasi tutto il tempo a fissarmi senza battere ciglio. Come se sapesse già perché era lì e cosa doveva fare. E’ stato un vero colpo di fulmine.
Prima di concludere qualche domanda sul futuro. Dove potremo vedere Nuvola?
Nuvola è partito benissimo. E’ già stato proiettato in 30 festival internazionali e ha già vinto 15 premi in poco più di tre mesi. Ha emozionato il pubblico di Budapest, Marburg e Beirut e nelle prossime settimane sarà anche in concorso in Messico, Russia e Stati Uniti. Vuol dire che il corto ha un respiro internazionale e questo mi rende davvero molto felice.
E, per quanto ti riguarda, hai già un nuovo progetto? Pronto per un lungometraggio?
Al film ci penso eccome, ma in questo momento sono concentrato sul mio prossimo (e forse ultimo) corto che gireremo in autunno a Roma, prodotto sempre da Intergea di Donatella Altieri, cui devo molto per l’affetto, la stima e la fiducia che mi sta dando. E’ un progetto davvero importante per noi anche per la presenza, come protagonista femminile, della candidata al Premio Oscar Emmanuelle Riva.