E’ nel circuito cinematografico di Distribuzione Indipendente dallo scorso 19 dicembre, Il magico Natale di Rupert, film per ragazzi del 2004, opera prima del regista Flavio Moretti con Gianmaria Corolla e Piera Cravignani. Eccovi la nostra recensione.
Il magico Natale di Rupert
E’ la vigilia di Natale e, come ogni anno, Rupert (Gianmaria Corolla) viene accompagnato dai genitori a casa della nonna Porfila (Piera Cravignani). Lasciato da solo a cercare un puntale per decorare l’albero di Natale, Rupert scopre in soffitta uno scatolone con le invenzioni del vecchio inquilino della casa, il geniale Rufus.
Tra queste un paio di occhiali per vedere i fumetti in un 3D più che realistico ed una strana lampada che, accesa, emana segnali ad un’astronave aliena dalla quale vengono inviati piccoli micidiali alieni che vogliono conquistare la casa…
Un coraggioso esperimento di fantasy all’italiana
Sono sempre stata dell’opinione che per analizzare appieno un film per bambini sia necessario guardarlo con loro e così ho fatto per Il magico Natale di Rupert. Quello che ho scoperto è stato che, nonostante l’ambientazione anni ’80 così distante dai prodotti attualmente proposti al pubblico più giovane, il film è piaciuto molto e, anche a distanza di giorni, i miei bimbi continuano a parlarne segno che il primo obiettivo, quello cioè di creare un prodotto adatto ai piccoli, è stato raggiunto.
Primo lungometraggio del regista Flavio Moretti, il film è uscito nelle nostre sale, decisamente in sordina, nel 2004 ed è oggi riproposto da Distribuzione Indipendente, nelle cui sale è possibile vederlo già dal 19 dicembre. Presentato in numerosi festival, in gran parte dedicati ai più piccoli, Il magico Natale di Rupert è una produzione assolutamente low budget che, a detta dello stesso regista, vuole rendere omaggio ai film fantasy americani degli anni ’80.
Evidenti sono infatti i rimandi all’universo favolistico di Tim Burton, Chris Columbus e ai Gremlins di Joe Dante cui ammiccano i piccoli alieni del film. Molto particolare la fotografia, dai pregi estetici molto evidenti e di una cromaticità ispirata (come affermato dal regista) ai film americani anni ’50 e ’60.
Bravi anche i protagonisti, soprattutto il giovane Gianmaria Corolla che parla poco (il film è infatti narrato in gran parte da una voce fuori campo) ma le cui espressioni divertenti ed a tratti grottesche suscitano molta simpatia. Unica pecca la sceneggiatura un po’ troppo debole che avrebbe avuto bisogno, in molti punti, di maggiore approfondimento.
Ma un piccolo difetto ad un’opera prima, che nel complesso è decisamente riuscita, si può abbondantemente concedere.