Emily è il biopic che racconta la vita dell’autrice di Cime Tempestose, Emily Brontë. La giovane protagonista, morta precocemente all’età di trent’anni, è interpretata da Emma Mackey, conosciuta anche per il suo ruolo in Sex Education. La famiglia Brontë ha rappresentato nel complesso un prezioso contributo al mondo della letteratura inglese e internazionale.
Emily
La vicenda è narrata attraverso un flashback, in cui in punto di morte viene chiesto alla scrittrice di riesumare i ricordi legati alla stesura del primo libro. Il salto nel passato mostra la giovane Emily, da poco rimasta orfana alle prese con la famiglia, all’interno della quale è considerata la pecora nera, a causa del suo carattere eccentrico. La ragazza adora infatti creare mondi immaginari e inventare scenari.
Emily coltiva un rapporto speciale con il fratello, Branwuell, mentre fatica a trovare un punto d’incontro con le due sorelle Anne e Charlotte. L’arrivo di un giovane curato attira non poche attenzioni femminili, fatta eccezione per quella di Emily. Successivamente, quando il padre la obbligherà a prendere lezioni di francese dal giovane William si accenderà una passione incontrollabile.
Il trailer del film
Emily – la recensione
Come in opere biografiche antecedenti, spesso si tende a rappresentare nella vita dell’autore circostanze simili a quelle raccontate all’interno dell’opera letteraria che li ha resi celebri. Anche in questo caso Emily fa affidamento a questo escamotage e unisce elementi biografici ad altri immaginari. La giovane scrittrice è una ragazza intraprendente, coraggiosa e anticonformista incuriosita dal mondo che la circonda. Una mente brillante e selvaggia, come i personaggi all’interno del suo romanzo.
Emma Mackey è incredibilmente brava a rappresentare un personaggio tanto complesso, considerato un’icona femminista per molteplici generazioni. Una donna forte, ottimista e allo stesso tempo malinconica, costretta ad un’esistenza fin troppo breve.
Il lungometraggio nel complesso risulta lento a tratti, cercando di dilatare eccessivamente i tempi narrativi, quando avrebbe potuto mantenersi entro limiti più definiti. Tende spesso a spostarsi in modo sconclusionato tra la realtà e la fantasia, incapace di tracciare una linea netta tra i due. Nel complesso è comunque un racconto di formazione interessante che permette di conoscere più informazioni su un personaggio tanto oscuro e contraddittorio.
Le ambientazioni
Uno dei punti di forza di Cime Tempestose è proprio l’ambientazione scelta per raccontare la vicenda, ovvero la rinomata brughiera, dalle atmosfere cupe e inquietanti. L’atmosfera del romanzo si riflette nel film, attraverso incontaminati paesaggi naturali. I luoghi scelti, ovvero scorci naturalistici dello Yorkshire, riflettono il senso di solitudine provato dai personaggi, accentuando le loro emozioni e vulnerabilità.
Le atmosfere presenti si rifanno continuamente all’Inghilterra vittoriana, a partire dai vestiti e oggetti di scena. Ogni dettaglio è studiato nei minimi particolari in modo da catapultare lo spettatore esattamente nell’epoca in cui si svolgono i fatti raccontati.
Quanta verità?
Alcuni elementi raccontati all’interno di Emily sono storicamente verificati, come la tossicodipendenza del fratello Branwuell. William è invece esistito realmente ma non ci sono effettive prove della sua relazione con Emily. Come raccontato dal film molte prove dell’epoca sono andate perdute e probabilmente mai più riesumate.
Emily: conclusioni
Nel complesso il lungometraggio è un racconto commovente di una vita tragica e fin troppo breve. Nonostante sia troppo lungo e certe parti avrebbero potuto essere tagliate o maggiormente approfondite, il film è nel complesso piacevole e la visione è consigliata, per scoprire i retroscena, seppur in parte fittizi che si nascondono dietro alla vita di una grande autrice.
Se scrivete che l’autrice di “Cime Tempestose” è Kate Bush poi conosciuta con lo pseudonimo di Emily Brontë è meglio evitare di leggere la vostra recensione, non vorrei imparare che il suo grande amore segreto fu Peter Gabriel con cui duettò in “Don’t give up” e che il suo fantasma bussò alla finestra chiedendo di entrare perché doveva scrivere il testo di “This woman’s world”. E comunque Kate Bush è ancora viva, con tanti saluti a Ellis Bell, ma diciamo che questa è l’unica volta in cui “Cime Tempestose” ha strappato una risata. Firmato: io sono Heathcliff
È “Branwell”
Gentile Kiki. Grazie per il commento, e hai perfettamente ragione. Purtroppo c’è stata una svista, che di sicuro non sarebbe successa con inchiostro e penna (ahimè il copia e incolla fa brutto scherzi)… Ti ringrazio per avercelo fatto notare, e abbiamo provveduto subito a cancellare l’aggiunta che stonava (non come Kate).