Settimana piena per il nostro collaboratore Davide Cinfrignini. Questa volta per gli amici di cinemio è andato a vedere il film Precious, un film pluripremiato, nelle nostre sale ad un anno dall’uscita americana. Davide ha avuto la possibilità di incontrare anche il regista Lee Daniels, venuto in Italia per presentarlo. Nell’attesa di scoprire cosa ha raccontato leggiamo la sua recensione.
Precious
Claireece “Precious” Jones è una ragazza afroamericana di 16 anni con una vita famigliare da incubo: è per la seconda volta incinta del padre e subisce continue violenze fisiche e psicologiche dalla madre, che intaccano continuamente la sua autostima, che oltre ad essere costantemente sotto attacco per le prese in giro dei ragazzi della sua età causate dalla sua obesità, viene messa ancora più a repentaglio per le sue difficoltà scolastiche: Precious infatti è semianalfabeta e quando l’istituto in cui frequenta il primo anno di Liceo scopre che è di nuovo incinta la espelle.
La recensione di Davide
Lee Daniels, alla sua seconda regia dopo il sorprendente Shadowboxer, dirige un film sconvolgente, angosciante e vero, confermandosi un regista non avvezzo a storie convenzionali. Precious è una ragazza triste, introversa, che non vede la luce in fondo al tunnel, la sua vita è condensata da soprusi e umiliazioni, troppe volte preferisce confondere la sua terribile realtà con la fantasia.
Sarà il mondo esterno fatto di insegnanti, infermieri e assistenti sociali coraggiosi e testardi che le permetteranno di costruirsi una vita diversa rispetto a quella immaginata per lei dalla madre Mary. Quest’ultima è una donna sconfitta, vittima di un rancore covato per anni nei confronti di sua figlia. Il dramma di Daniels, supportato da un cast incredibilmente valido, segue un percorso intimo, doloroso, ma che porta con sè una dose di ottimismo fuori dalla norma.
L’istruzione permette a Precious di trovare una propria indipendenza, oltre che sul piano scolastico anche su quello personale, abbandonando gli atteggiamenti violenti e la mentalità razzista derivatale dall’influenza negativa della madre. Inoltre scoprendo una passione per la scrittura comincia ad esternare le sue emozioni raccontando della sua vita, questo la aiuta ad avere un rapporto sereno sia con il mondo esterno che con se stessa. “Precious” è un film che dà speranza ma non soluzioni facili, allevia ma non assolve, racconta senza giudicare e dove lo spettatore viene colpito ma non affondato.
Un film d’autore che può piacere anche al grande pubblico; allora l’unico dubbio che può rimanere, è come sia possibile che ci sia voluto più di un anno prima di portarlo nelle sale cinematografiche italiane.
Ringrazio Davide per la recensione e rimando il lettore all’intervista al regista Lee Daniels.