Cinemio incontra i registi emergenti: intervista a Sergio Recchia

Il regista di oggi, Sergio Recchia, ha partecipato all’edizione 2011 del BIF&ST, nella sezione cortometraggi, con l’interessante corto L’altra, interpretato dall’attrice Anita Kravos in un doppio ruolo. Nell’articolo tutti i dettagli.

Sergio Recchia è diplomato al Centro Sperimetale di Cinematografia, allievo di Roberto Perpignani, e ha lavorato in varie vesti a numerosi film, tra i quali l’assistente alla regia di Alessandro Piva per Mio cognato. Ha diretto numerosi documentari e cortometraggi. Dopo Tutto bene, che ha vinto numerosi premi, ha diretto L’altra di cui ci parla oggi.

L’altra

Due donne, una italiana ed una dell’Est-Europa, le cui vite improvvisamente si intrecciano. La prima molto ricca, con marito e figli, assolda la seconda, in Italia in cerca di lavoro e di riscatto, come badante. Ma il volto delle loro anime è lo stesso.

Ci ritroviamo quindi, all’inizio un pò confusi, a seguire la vita di due donne che, interpretate dalla stessa attrice quando non sono insieme, si rivelano molto più simili di quanto inizialmente si possa immaginare. L’attrice protagonista, la bravissima Anita Kravos, dà il volto alle anime di queste due donne, che nella realtà sono differenti: questo lo si capisce grazie alla scelta stilistica del regista di usare, quando le due donne si incrociano, due attrici diverse.

Davvero molto originale quindi, sia la storia che il metodo di ripresa e montaggio. Bravi tutti gli attori, sui quali spicca l’impeccabile interpretazione di Anita Kravos. Molto interessante il messaggio del film, che sembra volerci dire che il mondo che ci circonda influisce sulla nostra vita esteriore ma non sulla nostra anima.

Le domande al regista

L’altra affronta in modo originale il tema dell’immigrazione: come sei arrivato a questo soggetto?

Il soggetto nasce dalla semplice osservazione della realtà, certo filtrato dalla mia visione: in un momento storico in cui le migrazioni sono parte intergrante della nostra vita quotidiana e si apprestano a diventarlo sempre di più, la mia vorrebbe essere una riflessione filosofica su chi siamo.

Quando si viene a contatto con culture e genti nuove, chi è chi? Chi è colui il quale sta dall’altra parte? Stare da un lato o dall’altro della barricata della ricchezza, inoltre, può avere effetti inconsueti. Il mio obiettivo era quello di entrare nel profondo di due identità nate lontanissime, cresciute in ambienti totalmente diversi e venute a contatto per caso e per necessità.

E cercare tra tutte queste differenze una radice comune proprio nel nostro essere… umani.

Quali sono state le difficoltà che hai avuto durante e dopo la lavorazione?

Difficoltà prima di tutto pratiche e produttive. Quando affronti un lavoro che presuppone una certa ricchezza nei luoghi, scenografie, costumi e mezzi di ripresa stessi, il primo problema è quello finanziario e della messa in scena di tali realtà.

Diciamo che era un progetto ambizioso: solo grazie all’aiuto della mia famiglia e di tanti amici e professionisti che si sono prestati, ho potuto raggiungere un bel risultato.

Quali sono i riconoscimenti che hai ottenuto con i tuoi lavori?

L’altra è appena uscito per cui è ancora presto. Tutto bene, il mio primo lavoro, ha invece vinto diversi premi: dal Festival del Cinema Europeo di Lecce, a quelli di Torino. Film Breve e di CortoDorico ad Ancona, fino al LucaniaFilmFestival ed alle proiezioni di cui sono onorato a Clermont-Ferrand l’anno scorso e a Parigi al cinema Pantheon proprio la settimana scorsa.

L'attrice Anita Kravos

C’è un aneddoto particolare legato al corto che ti andrebbe di raccontare?

Ce ne sarebbero tantissimi. Perchè il clima sul set era davvero da grande famiglia. Preferisco ricordare la stupefacente bravura della protagonista Anita Kravos (già candidata ai David di Donatello) talento purissimo. Riusciresti a commuoverti in maniera emotivamente forte, veritiera e sincrona al movimento della macchina da presa per 13 ciak consecutivi?

Vuoi aggiungere altro prima di salutare i nostri lettori?

Il corto non sarebbe stato possibile se non grazie ai premi vinti con il mio primo corto per il quale devo ringraziare gli straordinari interpreti: Pippo Indellicati e Antonio Iandolo, quest’ultimo anche co-autore della sceneggiatura.

Il regista Sergio Recchia

Ringrazio Sergio Recchia per la disponibilità e, facendogli un in bocca al lupo per i suoi progetti futuri, dò appuntamento ai lettori di cinemio alla prossima settimana per una nuova interessante intervista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *