Sangue del mio sangue (2015) – Un Bellocchio particolare e complesso

Dopo il controverso Bella addormentata (2012), Marco Bellocchio torna al cinema con Sangue del mio sangue, presentato in concorso alla 72a Mostra del Cinema di Venezia e uscito nelle sale italiane il 9 settembre.

sangue del mio sangue

Sangue del mio sangue

Sangue del mio sangue

Sangue del mio sangue, girato e ambientato interamente a Bobbio (Piacenza), la città in cui Bellocchio è nato e cresciuto, racconta due storie: nella prima, ambientata nel ‘600, un sacerdote muore suicida, suo fratello Federico Mai (Piergiorgio Bellocchio), decide di andare nel convento di Bobbio per dargli una degna sepoltura. La persona accusata di aver fatto suicidare il fratello di Federico è Margerita (Lidiya Liberman), una suora che secondo i sacerdoti ha il diavolo in corpo, e lo avrebbe sedotto e portato alla pazzia (il tema della donna posseduta e tentatrice era già stato affrontato da Bellocchio ne La visione del sabba del 1988).

Nella seconda, siamo ai giorni nostri, e Federico Mai adesso è un ispettore ministeriale che 400 anni dopo accompagna un miliardario russo nello stesso convento. Il russo vorrebbe comprarlo per trasformarlo in una comunità di recupero per drogati oppure in un centro massaggi. Ma nessuno dei due sa che in quel palazzo abita un misterioso conte, che da otto anni esce di casa solo di notte. Alcuni personaggi del film sono presenti, sotto veste diversa, sia nella prima che nella seconda storia (non muoiono mai. Saranno dei vampiri?).

Vampiri oggi

E sono proprio i vampiri il tema principale di Sangue del mio sangue, o meglio il vampirismo, succhiare il sangue e gli averi degli altri e metterli nelle proprie tasche. Infatti il misterioso conte fa parte di una setta (che ricorda molto la massoneria) – in cui sono inseriti anche organi della Chiesa, che Bellocchio non manca di criticare parecchie volte nel film – la quale agisce nell’illegalità e si arricchisce sulle spalle della gente.

Ma in questa pellicola non è solo la setta ad essere succhiasangue, ma anche la gente più comune, come Federico Mai, che nella seconda storia ha sulle spalle molte condanne per frode, o dei finti ciechi; con queste scene Bellocchio vuol far capire che siamo tutti (o quasi) un po’ vampiri, e cerchiamo sempre il guadagno a tutti i costi, con qualsiasi rischio. Ma, c’è un ma, infatti il regista nel finale, con un epilogo bellissimo e ricco di poesia, in cui le due storie si uniscono, ci dice che c’è un tempo per tutto, anche per le cose brutte, offrendoci una sua visione molto positiva del futuro.

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Una scena di Sangue del mio sangue

Sangue del mio sangue risulta essere molto “alla Bellocchio”, quindi decisamente complicato e contorto, a causa dei numerosi collegamenti tra le due storie,e anche molto personale, costante delle pellicole bellocchiane. Il film ha un ritmo lento, ma non risulta mai noioso, e spazia molto tra i generi, tutti gestiti assai bene dal regista: si passa da una prima parte abbastanza drammatica, a una seconda che, senza contare il finale, risulta essere per lo più una commedia un po’ grottesca; inoltre nel film sono presenti diverse scene che strizzano l’occhio al genere fantastico, come la presenza dei vampiri, che rendono il lavoro davvero molto speciale.

Da segnalare anche l’ottimo uso che Bellocchio fa dei suoi personaggi, i quali, anche se fanno solo una piccola apparizione (come quello di Filippo Timi), ti delineano perfettamente un messaggio utile per la comprensione del film. Il regista è stato bravissimo anche a gestire il personaggio del conte, che nonostante sia spesso comico, Bellocchio non manca di creargli un aspetto minaccioso e antipatico quando serve.

Gli attori sono tutti molto bravi, in particolare Roberto Herlitzka, che si destreggia alla grande sia nelle parti più comiche che in quelle più drammatiche, dimostrando di essere uno dei migliori attori italiani.

Per concludere Sangue del mio sangue è un film molto bello, magari non il migliore di Bellocchio, ma comunque una pellicola estremamente utile per riflettere sul mondo.

Se vi piace il cinema del regista emiliano, complesso, ermetico, molto difficile da capire dopo una prima visione, e se siete consapevoli che ogni scena è importantissima per la comprensione della pellicola, allora Sangue del mio sangue è assolutamente consigliato; mentre se siete detrattori di questo tipo di cinema, allora meglio starne alla larga.

VOTO: 8/10

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