Nuova recensione del nostro Davide Cinfrignini che è andato a vedere in anteprima per cinemio RCL – Ridotte Capacità Lavorative, il film documentario di Massimiliano Carboni con Paolo Rossi.
La trama
Luglio 2010: Paolo Rossi e una fidata troupe cinematografica sbarcano a Pomigliano d’Arco, paese noto al grande pubblico a causa del clamore suscitato dal referendum interno ad una fabbrica della Fiat riguardante le modalità contrattuali vincolate alla missione produttiva. Rossi vuole girare un sopralluogo sul territorio in preparazione ad un film di fantascienza con protagonista la classe operaia di Pomigliano.
Il comico di Monfalcone e la sua troupe cominceranno a incontrare molte personalità influenti nella cittadina campana che lo aiuteranno a farsi un idea di come venga recepito questo referendum a Pomigliano e di quale siano le reali condizioni lavorative degli operai della fabbrica della Fiat.
La recensione di Davide
RCL potrebbe essere definito come un “documentario in tempo reale, ma in verità è molto di più; Rossi e la sua troupe non si limitano a raccontare fatti documentati e intervistare persone ma sono essi stessi parte integrante del film, sia perchè recitano tutti un personaggio definito da sceneggiatura, sia perchè il loro reale lavoro a supporto della riuscita della pellicola viene più volte mostrato al centro della scena, rendendo così evidente la finzione filmica, consentendo di abbattere quel muro che divide solitamente spettatore e operatori cinematografici.
L’autore del film, Alessandro Di Rienzo porta all’estremo l’idea morettiana di Caro Diario e Aprile. Massimiliano Carboni infatti gira praticamente ogni scena in un unico piano sequenza, lasciando liberi Rossi e compagni di improvvisare e creando un assicurazione anticensura nei confronti dei pensieri e delle parole espresse dai cittadini di Pomigliano, che oltre ad interpretare solamente loro stessi, non seguono nessun copione, così da rendere le loro testimonianze vere come quelle di un documentario.
Paolo Rossi si dimostra un ottimo protagonista per le sue indubbie qualità nel catalizzare l’attenzione del pubblico attraverso divertenti monologhi comici e per la capacità di mettere da parte il proprio ego quando è il momento di cedere la scena a quelli che sono i veri protagonisti della pellicola, gli operai. Uomini che lavorano e che chiedono solo di poter mantenere un briciolo della loro dignità di essere umano, che ogni giorno viene vessata, calpestata, umiliata a causa di turni di lavoro massacranti e retribuzioni ben poco edificanti.
Carboni e Di Rienzo evitano i compromessi che avrebbe portato inevitabilmente il girare un documentario classico, cercando attraverso questo Reality Movie di rendere tutto quello che finisce sul grande schermo conforme al vero e alla realtà. La pellicola lascia allo spettatore un forte senso di impotenza e di frustrazione, dimostrando come si possa mettere in dubbio lo stesso sistema economico e politico che ormai governa il mondo da decenni attraverso un linguaggio moderno e originale.
Concludo con una vignetta di Sergio Staino fatta in occasione della proiezione del film al Torino Film Festival alla presenza dell’amministratore delegato della FIAT Sergio Marchionne