E’ con molto piacere che ritrovo nella mia rubrica la regista Lisa Riccardi che, dopo Un vero portiere affronta il tema dell’amore tutto al femminile con Ad occhi chiusi.
Avevo lasciato Lisa Riccardi vincitrice di Talenti in corto 2012 con il suo Un vero portiere. Qualche giorno fa ho visto il suo ultimo cortometraggio Ad occhi chiusi e ne sono rimasta stregata.
Ad occhi chiusi
‘Baciare gli occhi di una persona è come baciarle l’anima‘ dice Sara, una ragazza di 18 anni. Questa frase le è sempre stata utile per passare facilmente da una storia all’altra. Ma con Ginevra, quindici anni, le cose sono diverse. Il loro sembra un amore importante, fresco e dolce. Ma il padre di Ginevra scopre tutto e decide di cambiare città per separarle…
Con coraggio e tanta delicatezza Lisa Riccardi racconta una storia d’amore impossibile (o forse no?) ispirata ad una storia vera. Nonostante il tema molto particolare e grazie anche alle splendide interpretazioni delle due protagoniste Liliana Fiorelli e Aurora Ruffino (vista ultimamente al cinema con Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue) Ad occhi chiusi commuove lo spettatore con la grazia di questa storia d’amore adolescenziale così naturale quanto, per molti, impossibile da concepire. Ancora una volta Lisa Riccardi dimostra di saper raccontare con efficacia il mondo femminile ma qui lo fa con la maestria di una professionista dalla quale ormai ci si può aspettare anche qualcosa di più importante.
Le domande alla regista
Ciao Lisa bentornata su cinemio. Soggetto e sceneggiatura di ‘Ad occhi chiusi’ sono tuoi insieme a Giorgia Pinto. Come siete arrivati a questa storia che dici ‘tratta da una storia vera’?
Innanzitutto devo dire che questa era la prima volta che scrivevo insieme ad un’altra persona, e devo dire che è stata un’esperienza davvero stimolante: il confronto continuo credo sia il modo per tirare fuori le idee migliori. Soggetto e sceneggiatura sono ispirati ad una storia che è accaduta realmente a Giorgia diversi anni fa a Roma. La fatica è stata togliere molto dalla storia vera (raccontare un anno di vita in 15 minuti è oggettivamente difficile) e renderla più cinematografica: a volte quello che ti accade nella vita reale è assurdo pure per un film.
Come hai scelto le due giovani protagoniste e come hai lavorato con loro per lo sviluppo del loro personaggio?
Aurora Ruffino (La solitudine dei numeri primi, Bianca come il latte rossa come il sangue) e Liliana Fiorelli sono state scelte dopo numerosi provini, dovevamo trovare delle giovani attrici che fossero sia adatte ai ruoli, ma anche che riuscissero a completarsi e ad amalgamarsi. Speriamo di esserci riusciti. Il lavoro con loro è stato molto bello e particolare: io e Giorgia abbiamo passato interi pomeriggi a parlare di ciò che era accaduto veramente qualche anno prima, a leggere le lettere che le due ragazze si scambiavano di nascosto, a vedere i film di Susan Bier…
Ancora una volta, dopo ‘Un vero portiere’, protagonisti del tuo corto sono delle donne. Ti piace raccontare il mondo femminile? E a tal proposito, molte registe non l’accettano, ma io penso che la sensibilità di una donna sia più capace nel rendere l’intensità di determinati argomenti. Tu che ne pensi?
Mi piace raccontare storie e realtà che sento vicine a me, è successo con Un vero portiere e poi con Ad occhi chiusi, per questo non so se sarei in grado di farlo con qualcosa che non mi appartiene. Anche io credo che le donne abbiano una sensibilità maggiore nel raccontare determinate storie, lo vedo nel lavoro di altre registe, sia di corti che di lungometraggi: c’è una capacità maggiore nell’affrontare certi argomenti e nel descriverli attraverso le immagini.
Anche gran parte dello staff, dalla regia alle protagoniste all’autrice della canzone dei titoli di coda, sono donne. Com’è girare un film al femminile in un mondo in gran parte maschile?
Non avevo mai fatto caso al fatto che la troupe fosse per la maggior parte al femminile, ma credo sia stato un caso. Per certi ruoli sono convinta che le donne siano più adatte, come ad esempio l’organizzazione: Zoe Giudice e Alessia Berardo, che in questo corto si sono occupate proprio dell’organizzazione, ne sono la riprova. Per altri ruoli invece, come il montaggio e la fotografia (i bravi Mauro Rossi e Fabio Paolucci), è stato meglio trovarsi a lavorare con uomini, un punto di vista diverso capace di aggiungere qualcosa al cortometraggio.
A proposito della colonna sonora finale, se non ho capito male è stata scritta apposta per il corto. Vuoi raccontarci qualche dettaglio in più?
Esattamente, la canzone finale dei titoli di coda è stata realizzata apposta per il corto: i versi e la musica di Peaches in syrup sono stati scritti da Margherita Riccardi che si è ispirata alla sceneggiatura del corto.
Il titolo della canzone deriva dalla cosiddetta “teoria delle pesche sciroppate“, teoria tutta di Margherita, ma che rispecchia il tema centrale del cortometraggio. Se ti piace una cosa particolare, come ad esempio le pesche sciroppate, per te quella cosa diventa la cosa più buona del mondo, anche se per gli altri non lo è o comunque non corrisponde all’ideale di cibo raffinato e costoso dell’immaginario comune.
E ora uno sguardo al futuro. Dove potremo vedere Ad occhi chiusi? E tu stai già lavorando ad un nuovo cortometraggio?
Il corto è stato presentato ad aprile al Torino GLBT Film Festival, ha riscosso un discreto successo e infatti siamo state contattate da diversi festival internazionali, stiamo aspettando l’ufficialità, ma se tutto va bene a novembre voleremo tra Praga e San Pietroburgo passando un paio di volte per la Svizzera e la Spagna… In mezzo, la partecipazione al Some Prefer Cake – Bologna Lesbian Film Festival, a settembre.
Per quanto riguarda il futuro, ora sto proseguendo con la classica gavetta su alcuni set come assistente (attualmente Lisa sta lavorando sul nuovo film di Fausto Brizzi che uscirà a Natale n.d.r), ma sulla scia di recenti entusiasmi da parte di chi ha visto Un vero portiere e Ad occhi chiusi, ho iniziato a scrivere qualcosa di più impegnativo. Diciamo…qualcosa di più lungo.
Ringrazio Lisa Riccardi per la disponibilità e la saluto facendole un grande in bocca al lupo per il suo nuovo, importante, lavoro.