Cetto C’è SENZADUBBIAMENTE

Antonio Albanese torna nelle nostre sale nei panni di Cetto La Qualunque nel film Cetto C’è SENZADUBBIAMENTE con la regia di Giulio Manfredonia

Cetto C'è SENZADUBBIAMENTE
Cetto c’è SENZADUBBIAMENTE

di Cosimo Pasquarelli

Cetto C’è SENZADUBBIAMENTE

A dieci anni dalla sua elezione a sindaco di Marina di Sopra di Cetto la Qualunque si erano perse le tracce. Scopriamo che vive in Germania e, messa da parte ogni ambizione politica, Cetto oggi per i tedeschi è soltanto un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità.

La sua catena di ristoranti e pizzerie infatti spopola; ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra tuttavia resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto.

In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita e, “purtroppamente”, anche quelli di tutti noi. Cetto torna al comando e questa volta le conseguenze possono essere imponderabili.

La Trilogia du pilu

Sono passati nove anni dall’esordio di Cetto sul grande schermo con il grande successo di Qualunquemente. Questo film è l’episodio finale della cosiddetta “Trilogia du pilu” di cui il personaggio calabrese ne è il protagonista. Il film è una celebrazione dell’ignoranza, mettendo lo spettatore nella condizione di giudicare il personaggio (ovviamente in maniera negativa, altrimenti avremmo un grosso problema nel nostro paese), in quanto un individuo volgare, ignorante, omofobo, maschilista e in questo film anche sovranista.

Lo stesso Albanese sostiene che quando interpreta questo ruolo al di fuori del set, come in teatro o in televisione, si vergogna e si sente a disagio poiché ha tutti i vizi e i difetti che il creatore potesse dargli. Non manca la comicità schietta e sottile di Albanese, ma per quanto mi riguarda il film non ha solo del comico. A questo ingrediente si aggiungono satira e anche qualcosa di drammatico, soprattutto quando Cetto riflette sull’ignoranza degli italiani definiti come gregge e lui il cane che li controlla.

Vi sono molte analogie con il primo film, come l’ascesa al potere di un uomo che punta a sottomettere gli altri, e una figura che lo aiuta: in Qualunquemente vi era il personaggi di Gerardo Salerno interpretato da un grande Sergio Rubini, in Cetto c’è SENZADUBBIAMENTE vi è la figura del marchese Venanzio interpretato da Gianfelice Imparato, una figura calma, tranquilla, ma al contempo forte e il quale tiene al fatto che l’imprenditore calabrese salga al trono.

Cetto C’è SENZADUBBIAMENTE – Il trailer

Un film gustoso, fluido, con tanti colpi di scena, ma l’obiettivo finale è quello di uscire dalla sala e pensare, riflettere, alle situazioni disastrose non solo del paese e della politica, ma di tutto ciò che ci circonda.

Uno stile surreale, astrato e universale quello della comicità di Albanese, che è molto apprezzata dallo spettatore. Il film si conclude con una canzone molto orecchiabile che Albanese ha inciso con il famoso rapper italiano Gue Pequeno.

Concludo citando il regista Giulio Manfredonia, il quale sostiene che fare film con Antonio è un viaggio nella fantasia e nell’astrazione che solo i grandi comici sanno creare.

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