Glass Onion – Knives Out: al cinema l’atteso sequel

L’attesissimo sequel di Knives Out-Cena con delitto, Glass Onion al cinema dal 23 novembre con Daniel Craig affiancato da un cast stellare tra cui figurano Janelle Monáe, Edward Norton e molti altri noti volti di Hollywood.

Glass Onion: di cosa tratta?

Un ricco miliardario newyorkese ogni anno organizza una vacanza con i suoi amici più stretti. La destinazione scelta è la sua isola privata in Grecia, dove si erge l’enorme villa interamente realizzata in vetro: Glass Onion. Il programma per il weekend è giocare a “cena con delitto”. Il detective Benoit Blanc viene incluso nella lista degli invitati senza nessuna spiegazione apparente, o almeno così credono tutti. Ancora una volta l’infallibile investigatore sarà responsabile di risolvere un intricatissimo caso (o forse no) scoprendo che il legame che unisce il proprietario di casa e gli ospiti va ben oltre l’amicizia.

Il trailer del Film

In cosa è diverso Glass Onion rispetto all’originale?

Per quanto cerchi di utilizzare effetti speciali, inestimabili opere d’arte e tecnologia avanguardista questo sequel, seppur piacevole, non riesce ad essere accattivante quanto l’originale. Non solo per quanto riguarda le scenografie, a tratti eccessive, ma forse anche per le tematiche trattate, affrontate in modo più ovvio e esplicito, senza lasciare alcun velo di mistero. Come del resto il giallo che viene sviluppato, talmente ovvio, da lasciare lo spettatore deluso al termine della visione.

I personaggi, a differenza di quelli precedenti, che emanavano old money vibes, se volete passarmi il termine da generazione Z, sono molto più legati ai social media e ripropongono continuamente riferimenti alla cultura pop. Questa attualizzazione del genere cinematografico giallo si allontana pertanto dagli scenari inquietanti descritti da Agatha Christie e Arthur Conan Doyle nei loro romanzi, per raccontare un delitto alla luce del sole. Tutto in questo film è trasparente, dagli indizi alle intenzioni dei personaggi, riflettendo in tutti i sensi la stessa cipolla di vetro, collocata al centro dell’isola.

Glass Onion - Knives Out

Quale messaggio vuole trasmettere?

Come anche nel precedente film, il tema trattato in Glass Onion è il potere e come quest’ultimo possa influenzare le relazioni. Tutti gli amici di Miles (Edward Norton), dipendono da lui per mandare avanti le loro vite, provando contemporaneamente un grande rispetto e rancore nei suoi confronti. Ognuno ha bisogno del suo supporto per qualche motivo, come la candidata politica per mandare avanti la sua campagna, la star del web per ottenere più followers, l’ex modella per promuovere la sua linea di abbigliamento, L’unico personaggio che non desidera niente da Miles è la sua ex socia, completamente estromessa dalla società per essersi opposta ad una decisione del collega, invitata senza una vera e propria spiegazione e sicuramente la più desiderosa di vendetta, che avendo ormai perduto tutto non esita a smascherare l’uomo mostrandolo per ciò che è.

La trasparenza dei temi principali

La narrazione procede inizialmente lineare, fino ad essere interrotta nel punto più critico da un lunghissimo flashback capace di mostrare in modo incalzante lo svolgimento delle dinamiche precedenti al viaggio e svelando sorprendenti colpi di scena. Il simbolo dell’intera pellicola è probabilmente La Gioconda, l’illustrissima opera di Leonardo da Vinci. Questa, rappresenta lo status social di Miles, talmente alto, dall’aver ricevuto in prestito, direttamente dal Louvre il dipinto per poterlo esporre nel salotto della propria casa. La sorte dell’opera d’arte, corrisponderà a quella di un personaggio in particolare e determinerà un vero e proprio ribaltamento della piramide sociale, esattamente come nel primo film.

Rian Johnson's 'Knives Out' Sequel Has Been Titled 'Glass Onion'

È molto interessante inoltre che i fatti avvenuti siano narrati in piena pandemia, con l’utilizzo di mascherine intonate ai capi di abbigliamento di ogni personaggio, capaci di cogliere e riflettere la loro personalità.

La semplicità del caso, che “mette tutto in bella vista” sia per i personaggi che per gli spettatori tanto da risultare ovvio e sfociare nel ridicolo, è probabilmente un escamotage usato dal regista per fare una satira sociale, ridicolizzando le classi più agiate e glorificando coloro che si trovano in fondo alla piramide. Il film è inoltre una vera e propria presa in giro del genere mistery, infatti il detective stesso è deriso dall’assassino, totalmente incompetente, tanto da risultare stupido. Per quanto riguarda il finale è eccessivo, colmo di effetti speciali esagerati e pomposi che sembrano voler mascherare qualcosa: forse la mediocrità del film stesso?

Glass Onion – Vale la pena vederlo?

In conclusione il lungometraggio è passabile, in fondo è un genere che piace al grande pubblico e non posso negare di aver trascorso due ore piacevoli. Allo stesso tempo, memore degli ingredienti che avevano reso così avvincente il capitolo precedente, non posso affermare di non essere rimasta in parte delusa.

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