Uscito il 25 aprile in Italia e il 27 negli Stati Uniti, Avengers: Infinity War ha battuto fin da subito ogni possibile record di incassi mai registrato nel primo weekend di uscita, 630 milioni di dollari in tutto il mondo. E, qualche giorno dopo (per la precisione, 11 dopo la première) ha raggiunto gli 1,164 miliardi, diventando ad oggi il film che più rapidamente ha ottenuto questo clamoroso risultato – senza nemmeno essere ancora presente sul mercato cinese, normalmente avido di film con super-eroi.
Facile immaginare siano incredibilmente fieri di questo successo i due registi, i fratelli Russo; i Marvel Studios e la Disney, che hanno già ampiamente recuperato il loro investimento iniziale (si presume tra i 300 e i 400 milioni di dollari) e la vagonata di attori che vi hanno partecipato, tra i quali: Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Chris Pratt (e chi più Chris ne ha, più ne metta!), Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Zoe Saldana, Benicio del Toro, Elizabeth Olsen, e molti altri.
Avengers: Infinity War
Per i fan dell’universo MCU (acronimo per Marvel Cinematic Universe), Avengers: Infinity War si sta preparando da 10 lunghi anni, con una complicata serie di indizi, preamboli ed informazioni sparse nei vari film precedenti, in particolare nelle ormai celeberrime scene dopo i titoli di coda.
Il film inizia dove finisce, appunto, l’after-credits di Thor: Ragnarok: il nemico colpevole dell’attacco a New York nel primo Avengers, del 2012, quello che aveva inviato Loki (Tom Hiddleston) a tentare di asservire il genere umano, sta avvicinandosi sempre più rapidamente alla Terra. E, già che per far bene un lavoro è meglio farlo in prima persona, questa volta non si limiterà a mandare degli emissari in sua vece, ma verrà lui, in tutta la sua mastodontica figura.
Nel suo viaggio di avvicinamento incrocerà, appunto, l’astronave di Thor (Chris Hemsworth), dove si erano rifugiati tutti gli asgardiani dopo la distruzione della loro patria, e l’incontro non sarà dei più piacevoli. Avrà però il risultato di far inviare in extremis Hulk/Bruce Banner (Mark Ruffalo) sul nostro pianeta per mettere in guardia gli Avengers del pericolo incombente.
Il piccolo problema è però che, dopo gli scontri tra Captain America (Chris Evans) e Iron Man (Robert Downey Jr.) avvenuti in Captain America: Civil War (2016), gli Avengers si sono separati ed ora sono in piccoli gruppi sparsi ai quattro angoli della terra, tra quelli che si nascondono alle autorità governative e quelli che invece, pur se a malincuore, collaborano con le istituzioni.
Riusciranno i nostri (super)eroi ad andare oltre le loro divisioni per fare un’altra volta fronte comune ed impedire al colosso che rappresenta il loro attuale temibilissimo nemico, Thanos (Josh Brolin), di riuscire nel suo malvagio intento?
Un film di super-eroi che finisce come un film francese
Avengers: Infinity War riesce in un’operazione finora riservata quasi esclusivamente ai film “seriosi”, quelli definiti a priori d’arte, o d’essai, oppure in generale ai film francesi non da ridere: farti venire una fortissima voglia di lanciare qualcosa contro lo schermo vedendo il finale o, alternativamente, farti restare così senza parole da non riuscire a credere che proprio così sia finito.
Senza dovere tirare in ballo alcun avviso di SPOILER ALERT – posto che siate tra i pochi che ancora non l’hanno visto, che sono riusciti ad evitare di imbattersi in qualcuno che l’ha visto e che non sono incappati in nessuno tra gli innumerevoli articoli sull’argomento – il fatto che il film dei fratelli Russo non abbia un happy ending è noto da ben prima che uscisse nelle sale. I due registi avevano ampiamente avvisato i fan di “aspettarsi l’inaspettato” e di andare al cinema muniti di una grande scatola di kleenex.
Ciò nonostante, raramente capita di vedere tante facce attonite ed incredule alla fine di un film come se ci si guarda intorno mentre scorrono i titoli di coda dell’ultimo capitolo della saga Avengers – ammesso che si sia in grado di riprendersi sufficientemente dallo shock per farlo, è chiaro.
In tutta sincerità, è quantomeno frustrante non poter più avere quelle poche e piccole certezze nella vita, tipo “un film Disney finisce PER CONTRATTO con un happy ending”, oppure “nei film di super-eroi, i super-eroi fanno la cosa che ci si aspetta facciano i super-eroi nei film di super-eroi, che ora non scriviamo esplicitamente per non spoilerare ma ci siamo capiti, no?”, o, anche, “si è tanto atteso il nuovo della Marvel, ma poi che soddisfazione uscendo dal cinema!”.
In questo caso, invece, la maggior parte degli spettatori uscirà augurandosi che l’anno circa che li separa dall’uscita del seguito, per ora ancora intitolato semplicemente Avengers 4, voli in un battibaleno. E inizierà, non appena il trauma sarà stato quantomeno processato (si calcola un tempo medio di almeno una settimana – 10 giorni) a connettersi in rete e cercare febbrilmente forum o pagine Facebook dove possa scambiare liberamente pareri su ciò che è successo e ipotesi su ciò che succederà dopo.
Perché, nonostante tutto, vale la pena vederlo
Avengers: Infinity War, per quanto irritante a livelli estremi per il suo finale, è oggettivamente un bel film per il suo genere.
Epico, con le scene di guerra Avengers & soci contro Alieni associati a Thanos davvero imponenti ed impressionanti.
Comico ed ironico, come ormai ci ha abituato Marvel: i siparietti tra Thor (Chris Hemsworth) e StarLord (Chris Pratt) su chi tra i due è maggiormente “maschio alfa” sono esilaranti, così come una serie di battute sparse in tutto il film – Chi siete, i Beatles?” detto da un attonito Bruce Banner (Mark Ruffalo) a Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.) dopo aver saputo della separazione degli Avengers; tutte le volte che è in scena Groot (doppiato nella versione originale da Vin Diesel); e si potrebbe continuare a lungo. Un momento buffo da sottolineare in quanto specchio dei tempi è quello in cui Captain America (Chris Evans) e Thor, in pieno scontro, si soffermano a considerare il nuovo taglio dell’uno ed il nuovo look barbuto dell’altro – il tutto mentre NESSUNO – e, ribadisco, NESSUNO – ha fatto un commento anche minimo sul fatto che Black Widow (Scarlett Johansson), da sempre coi capelli rossi, sia improvvisamente e – per ora – inspiegabilmente diventata bionda.
Equilibrato, e non era semplice, visto il numero inverosimile di supereroi (e star) presenti. Tutti hanno avuto un loro momento e, per quanto i fan degli uni si lamentino perché magari avrebbero voluto i propri beniamini un po’ più in scena che gli altri, e viceversa, si può in realtà affermare che i vari momenti siano stati adeguatamente bilanciati.
Resterebbero da chiarire una serie di punti interrogativi, tra cui che fine hanno fatto alcuni personaggi, come Valchiria (Tessa Thompson), che era sulla stessa astronave di Thor e Loki, oppure Hawkeye (Jeremy Renner) che ok che ha fatto un accordo ed è rimasto con la sua famigliola alla fattoria, ma mentre il mondo è in preda all’apocalisse che non si faccia vivo appare quantomeno sospetto; o, infine, la mancanza praticamente totale di esercito, istituzioni, S.H.I.E.L.D, che in una situazione di estrema emergenza come quella causata da Thanos non ci si spiega come non siano stati massicciamente implicati. Per gli altri punti interrogativi, quelli da chiarire dopo essere rimasti bloccati sulle sedie sperando in un cambiamento del finale, che non arriva neanche dopo la consueta scena dopo i titoli di coda (molto, molto, molto dopo, non ve ne andate), ce da aspettare ancora a lungo, purtroppo.
Bilancio finale di Avengers: Infinity War
Imperdibile, per chi vuole continuare a seguire le avventure degli eroi Marvel, perché segna la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo, completamente differente, che sarà chiarito solo con il – già da subito – attesissimo seguito, previsto per maggio 2019. E, apparentemente, in parte preannunciato da qualche indizio lasciato qua e là nelle prossime uscite legate al MCU, Ant Man and The Wasp in luglio e Captain Marvel, primo film della serie con supereroina protagonista, a marzo 2019 – quel tanto che basta per spingere i fan di tutto il mondo ad accorrere numerosi a vederli. Il countdown è già incominciato.