Soap opera: la strana vita in un condominio

Esce il 23 ottobre Soap opera un innovativo esempio di commedia di mezza stagione con un cast di famosi.

Soap Opera: Un condominio tutto da ridere

soap opera

Presentato al Romacinemafest 2014 il film Soap Opera, terzo lavoro di Alessandro Genovesi è ambientato in un buffo condominio di una Milano che il regista accenna appena visto che le scene sono quasi tutte in interni e all’interno di questo palazzo di cui si visualizza lo scheletro  alla stregua di quanto accade in teatro perché la vicenda si ispira  alla commedia classica e in particolare a quella degli equivoci incentrata sui dialoghi e sulle situazioni comiche.

Tutto ruota intorno a Francesco, piacione che è stato abbandonato dalla fidanzata dopo l’ennesimo tradimento e sui suoi buffi vicini: due gemelli eterozigoti tirchi e perfidi (Ale e Franz), una attricetta di soap opera (Chiara Francini), il misterioso Pietro che ha ereditato un appartamento dalla madre e che con il suo suicidio dà la stura alla trama.

Tutto in 48 ore

L’azione rispettando i tempi teatrali si svolge in 48 ore tra il 30 dicembre e la mezzanotte che porta all’anno nuovo mentre fuori nevica incessantemente (tra l’altro il regista ha voluto accentuare lo straniamento con una neve visibilmente fittizia).

L’incipit della storia vede Francesco alle prese con una ragazza rimorchiata da poco (Caterina Guzzanti) ma le paturnie dell’amico Paolo interpretato da Ricky Memphis, che sfoggia una perfetta maschera imperturbabile e malinconica alla Buster Keaton lo distolgono o forse lo salvano da una tentata relazione abbozzata e molto mal riuscita.

Il suicidio di Pietro, unico convitato di pietra della vicenda introduce anche gli altri personaggi tra i quali si inserisce Abatantuono, un caricaturale carabiniere dalla bianca dentatura, la ex fidanzata di Francesco (Cristiana Capotondi) pallida ed eterea e la ex di Pietro, Francesca (Elena Sednaoui), femme recherchée dall’accento esotico.

I personaggi

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Parafrasando Pirandello ogni personaggio indossa una sorta di maschera e così riesce difficoltoso distinguere il volto cioè la realtà o verosimiglianza dalla finzione perché l’intendimento di Genovesi già alle prese con un altro film teatrale e pirandelliano “Happy Family” è semplicemente  quello di rappresentare più che presentare. La trama è dunque uno spunto per entrare nell’eterno gioco delle parti e della vita che è strana perché reale.

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