Rapito – Il nuovo film di Marco Bellocchio in concorso a Cannes

Rapito è un film del 2023 diretto dal maestro Marco Bellocchio, sul caso Edgardo Mortara. Nel cast troviamo Paolo Pierobon, Barbara Ronchi, Fabrizio Gifuni e tanti altri. La pellicola uscirà in sala a partire dal 25 maggio 2023 distribuito da 01 Distribution.

Il film è stato presentato in concorso alla 76esima edizione del Festival di Cannes il 23 maggio 2023.

Rapito
Rapito

Rapito

Il film racconta del rapimento avvenuto nel 1858 del piccolo ragazzo ebreo bolognese Edgardo Mortara da parte dei soldati mandati dal Vaticano di Pio IX che vorranno indottrinarlo alla fede cattolica. Nella pellicola assisteremo agli sviluppi di questo fatto di cronaca che ha macchiato l’Italia in quel periodo storico.

Il trailer del film

Bellocchio torna ad esplorare la cronaca del passato

Bellocchio torna a raccontare la storia di un rapimento che segnò il nostro Paese al tempo, il rapimento da parte del Papa Re Pio IX del bambino ebreo Edgardo Mortara avvenuto in questa Italia pre unificazione nel 1858. In questa pellicola troviamo tutti gli archetipi del cinema di Bellocchio, su tutti la reinterpretazione del presente alla luce di una rivisitazione del passato.

Si perché Rapito è un’opera che critica il Clero in toto, in questo film la Chiesa viene ritratta come un’istituzione maligna che rende schiavi delle ipocrisie e dei pregiudizi indottrinando con la forza persino bambini di altre religioni. Essendo ambientato in un’Italia non ancora unita qui potere religioso e potere politico coincidono in una sola figura, quella del Papa Re Pio IX. Attraverso questo espediente Bellocchio rivolge un’aspra critica a tutti quei Paesi che tutt’oggi subiscono una grave influenza ecclesiastica, Italia su tutti, come detto in precedenza come suo solito utilizzando un’avvenimento del passato per criticare il presente.

Altro archetipo del cinema di Bellocchio presente nel film è l’importanza delle dinamiche familiari e in particolare della figura paterna, qui vediamo la contrapposizione del padre naturale di Edgardo Mortara e il padre forzatamente adottivo Papa Pio IX. In questa contrapposizione possiamo vedere tutto l’amore che Salomone Mortara e la conseguente sofferenza che provava per il figlio che gli è stato portato via da questa figura mostruosa quale Papa Pio IX. Peccato per una mancanza dal lato sceneggiatura, ossia la mancata costruzione del cambio di fede da parte di Edgardo Mortara, mancanza che rende il suo diventare cattolico troppo repentino, sarebbe bastata qualche scena in più tra lui bambino e Può IX.

È un film sull’abbandono, sul tradimento che sottopone lo spettatore a continue domande etiche e morali mettendolo in difficoltà.

Una delle uniche pecche è a tratti il ritmo, è una pellicola che si prende i suoi tempi, a volte vediamo scene eccessivamente lunghe che, visti anche i temi trattati, possono risultare pesanti.

Rapito
Paolo Pierobon e Enea Sala in una scena del film

Rapito, una nuova straordinaria regia di Marco Bellocchio

I due attori sono stati eccezionali nel restituire allo spettatore tutto le emozioni dei personaggi, Fausto Russo Alesi, interprete di Salomone Mortata, porta su schermo tutto il dolore provato da un padre al quale è stato strappato il figlio arrivando così a toccare le corde del cuore del pubblico. Mentre Paolo Pierobon interpreta uno malefico Papa Pio IX alla perfezione, un’uomo in pieno delirio di onnipotenza che incarna tutto ciò che di male c’è nell’istituzione ecclesiastica, detestabile dall’inizio alla fine. Menzione anche per la bravissima Barbara Ronchi nei panni di una sofferente della madre di Edgardo, per Fabrizio Gifuni sempre magistrale e per il piccolo Enea Sala interprete di Edgardo Mortara.

La regia di Bellocchio è straordinaria ogni singola inquadratura è perfetta, il film è ricco di scene memorabili pregne di significato, una su tutte riguardante Gesù Cristo. Ma oltre la regia troviamo un comparto tecnico perfetto su tutta la linea, il montaggio alternato di Francesca Calvelli, che ci mostra in parallelo l’angoscia della famiglia di Edgardo e i riti religiosi della Chiesa ai quali stanno sottoponendo il figlio, è incredibile. Incredibile anche la fotografia di Francesco Di Giacomo che con i suoi tipici chiaroscuri esplora i volti e le emozioni dei personaggi sottolineate ancora meglio dalle musiche solenni di Fabio Massimo Capogrosso.

Rapito è un film pressoché perfetto si fa fatica a trovargli dei difetti, ma non c’è da stupirsi essendoci dietro la macchina da presa il miglior regista italiano vivente, mi auguro possa riscontare successo di critica e pubblico essendo uno dei pochi film realmente di valore di nostra produzione usciti quest’anno.

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