Il paese delle spose infelici: quale di queste due recensioni preferisci?

Scopri qui sotto la doppia recensione del film “Il paese delle spose infelici” degli autori di cinemio, e segnalaci quale preferisci nei commenti a fine articolo.

La recensione del film raccontata da Chiara

di Chiara Ricci

locandina de il paese delle spose infelici

Il film tratto dall’omonimo romanzo di Mario Desiati racconta l’adolescenza, l’amicizia, l’amore, la società, la droga osservati e vissuti dal punto di vista di un gruppo di amici.

Di questa comitiva fanno parte:

  • Cimasa (Cosimo Villani),
  • Capodiferro (Vincenzo Leggieri),
  • Natuccio (Gennaro Albano),
  • Veleno (Nicolas Orzella)
  • e il loro “capo” Zazà (Luca Schipani).

Veleno è la new entry del gruppo è, tra i ragazzi, l’unico ad avere delle solide figure genitoriali alle spalle, l’unico ad essere benestante, ad avere una casa curata, ordinata e una stanza tutta per sé.

Il ragazzo sin da subito stringe una profonda amicizia con Zazà con il quale – assieme a tutti gli altri – condivide la stessa passione per il calcio sino ad entrar a far parte della Cosmica, la piccola squadra allenata da Mister Cenzoum.

Quest’ultimo vede in Zazà una promessa del calcio e gli procura un “provino” con uno dei più importanti scopritori di talenti calcistici con la speranza che il ragazzo possa trovare la sua strada, all’insegna dell’onestà a differenza del fratello che si guadagna da vivere spacciando droga e rubando.

Le giornate di questi ragazzi scorrono tutte uguali, nella monotonia dei piccoli paesi, ma sempre divertenti seppur limitate dall’esiguità dei mezzi a disposizione e dall’ambiente non troppo sicuro né confortevole che li circonda. Ma d’un tratto le loro vite vengono stravolte. Un giorno, infatti, i ragazzi vedono una giovane donna, Annalisa (Aylin Prandi) – tutta vestita di bianco – che, decisa a farla finita, si getta dalla parte più alta della chiesa.

Tutti iniziano a fantasticare su chi possa essere questa ragazza, sul motivo per cui abbia fatto un gesto così estremo.. e le loro vite si perdono in queste immaginazioni, nei loro sogni.. vedono e pensano questa ragazza come fosse una Madonna tanto da sovrapporre la sua immagine a quella della “vera” Madonna appesa nello spogliatoio ed è a lei che rivolgono la preghiera di vittoria prima di scendere in campo.

Veleno e Zazà si innamorano di Annalisa e, appassionati, ingenuamente invadenti e increduli riescono ad avvicinarla e a parlarle…

Questo film ricorda il neorealismo

Il film di Mezzapesa è un film molto interessante poiché sembra ricalcare molto un certo cinema che ricorda molto il nostro Neorealismo e i “ragazzi di vita” tanto amati e tanto cari a Pasolini.

E questo si nota molto lungo lo scorrere del film.

Il regista ad esempio ha scelto, dopo un lungo casting, dei ragazzi “presi della strada”, degli attori non professionisti che, per di più, appartengono a quella dura e difficile realtà che appartiene al Meridione.

Sono ragazzi dai trascorsi non semplici, sono ragazzi che conoscono la famosa “arte di arrangiarsi”, che a volte commettono piccoli furti o che si chiudono in ermetici silenzi per non esternare le loro sofferenze..neppure con gli amici.

Nel film ci sono molte scene che ricordano il film “Mamma Roma” che Pier Paolo Pasolini ha diretto nel 1962: le scorribande di questi ragazzini, le loro “marachelle” non troppo ingenue, le loro passeggiate lungo spazi incontaminati, e la musica..

Quest’ultimo aspetto si nota in particolar modo nell’ultima scena, quando Annalisa si lascia guidare da quei due uomini nel boschetto.

Qui la musica ricorda molto quella che Pasolini scelse per “Mamma Roma”, firmata da Antonio Vivaldi..ed è molto suggestiva.. il richiamo tra i due film è inevitabile ma non c’è scontro, ci sono solo piacevolissime assonanze, e la stessa idea di sacrificio: in Pasolini c’è la Madre qui la Donna abbandonata a se stessa.

Mezzapesa è riuscito in un ottimo lavoro

Non ha fatto rivivere il nostro grande Cinema ingabbiandosi nel passato ma ha donato al Cinema un’opera interessante che si può studiare, osservare e analizzare tanto ha da dire attraverso le sue immagini e le sue atmosfere.

Non c’è nulla di troppo complicato da capire..ma un profondo mondo da scoprire.

Il trailer del film

La recensione dello stesso film dal punto di vista di Daniele

di Daniele Meloni

Francesco, detto Veleno, corre con la sua bici inseguendo un pulmino pieno di ragazzi, proprio quei ragazzi che Veleno vuole conquistare e far parte della loro squadra di calcio, la Cosmica.

Zazà è il leader carismatico di questo gruppo di adolescenti, ha una classe cristallina nel giocare a pallone e insegue il sogno di giocare un giorno in una grande squadra.

Tra Veleno e Zazà nasce un’ amicizia sincera e l’uno diventa un modello per l’altro, i ragazzi iniziano insieme il percorso che li porta a diventare uomini.

Un giorno il gruppo assiste al tentano suicidio di una ragazza vestita da sposa, Annalisa.

Tanto basta per creare un mito e Zazà e Veleno fanno di tutto per tentare di avvicinarla e quando ci riescono i ragazzi apriranno gli occhi su tanti aspetti dell’età adulta.

Pippo Mezzapesa dopo tanti corti di successo si presenta con questo primo lungometraggio, tratto da un romanzo di Mario Desiati, e gira un tipico romanzo di formazione.

Come sta’ accadendo spesso negli ultimi anni il film è ambientato in Puglia nella zona di Martina Franca e proprio la terra ha un ruolo importante nello svolgimento della storia.

I due protagonisti così diversi tra loro diventano amici proprio cadendo e facendosi male sui campi di calcio dove i loro diversi sogni cercano di prender forma.

Veleno e un bravo ragazzo con una famiglia normale e cerca di lasciare quel suo modo fanciullesco per diventare un ragazzo accettato dagli altri.

Zazà conosce invece la parte dura della vita, senza genitori e con un fratello spacciatore che lo usa anche come corriere, cerca di liberarsi da quei fardelli e di diventare una persona migliore.

In tutto questo si staglia la figura di Annalisa, una bellissima e misteriosa ragazza, interpretata da Aylin Prandi, che con il suo sguardo malinconico e il suo fare autodistruttivo rappresenta la vera e propria linea di demarcazione tra l’adolescenza e l’età adulta dei protagonisti.

Un film molto interessante

Tutto si svolge in una tessuto sociale che vive tra poche certezze una miseria strisciante e una politica che si gonfia di parole e luoghi comuni.

Un film molto interessante che, tra l’altro, per chi come me ha vissuto la sua adolescenza negli anni ’90, sicuramente farà venir fuori dai cassetti della memoria tante emozioni vissute sulla propria pelle.

Per Mezzapesa un inizio promettente nel panorama di un cinema italiano fatti non solo di sentimenti ma anche di contenuti.

Leggi l’intervista al regista.

One Response

  1. gianni

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