Per me che amo il cinema da che ne ho memoria, che amo immergermi nelle narrazioni e nelle immagini che ne derivano, che per lo stesso motivo mi sono avvicinata allo spettacolo prima e alla musica poi per allargare il ventaglio di punti di vista che Cinemio può fornire al lettore, partecipare all’edizione 2024 dello Storytelling Festival a Bari ha significato entrare nel dietro le quinte di quel mondo e di tutto ciò che ha a che fare con la creatività. Con una strizzata d’occhio al marketing e all’uso che si fa della narrazione.
Racconto i dettagli in questo articolo in cui potrai trovare anche le parole dell’ideatore del festival Cristiano Carriero a cui ho fatto qualche domanda.
Storytelling Festival
Come definire lo Storytelling Festival e come parlarne? Me lo sono chiesto mentre ascoltavo gli interessantissimi speech degli ospiti che hanno parlato di narrazione ma anche di dati e di design, di creatività e marketing, del racconto di se e di ciò che ci raccontiamo o che non vogliamo dirci.
Ho potuto ascoltare autori come Gianluca Gotto e l’irlandese Naoise Dolan, approfondire il tema della creatività con Mizio Ratti e la fumettista Takoua Ben Mohamed, analizzare con Francesca Lagioia come l’AI può essere allo stesso tempo utile e dannosa per l’uomo e la sua propensione a creare contenuti originali.
Potrei elencare tutti gli ospiti che mi hanno affascinata ed incuriosita ma preferisco sottolineare il valore intrinseco di questo festival che, come detto dallo stesso ideatore Cristiano Carriero, è nato per dare il coraggio di uscire dalla bolla, dalla propria confort zone per mettersi in gioco e abbandonarsi alla creatività.
Perché solo così ci si può avvicinare a chi della creatività ne ha fatto il proprio genio, al cinema come nell’arte o in tutti gli ambiti in cui non se ne può proprio fare a meno se non si vuole scadere nella banalità.
Intervista al founder del Festival Cristiano Carriero
Ciao Cristiano benvenuto su cinemio. Ora che lo Storytelling Festival è finito ci racconti le tue impressioni?
La prima cosa che pensiamo, ogni volta che finisce Storytelling Festival, è come fare a farlo ancora più bello. E iniziamo a immaginare nuovi format, altri speaker, capiamo cosa possiamo migliorare ancora. Però mi piace anche sospendere il tempo e godermi tutto quello che ha funzionato. Inizio a pensare che questo Festival abbia una cifra tutta sua. Chi viene non è spettatore, ma partecipante. Scherziamo dicendo che “conosciamo i nomi di tutti”, ma ci impegniamo davvero per far sì che accada.
È stato un Festival coraggioso: il coraggio di aver aperto con una ragazza di 13 anni Aurora, che sarà speaker dell’edizione 2034 (e, di questo, potete stare certi); il coraggio di Naoise Dolan, irlandese, che ha fatto il suo speech in italiano; il coraggio di parlare di attivismo con Giulia Blasi, Ilaria Gaspari e Takoua Ben Mohamed; il coraggio di aprirsi alla sessualità e al linguaggio inclusivo con Norma Rossetti di Mysecretecase; il coraggio di chi ha investito nel settore dei viaggi creando incredibilmente qualcosa che non c’era; ma anche quello di decidere di non invitare il mio (ex) scrittore preferito perché non ha mai menzionato la Palestina nei suoi ultimi discorsi.
Il coraggio – ancora – di chi si è fatto più di mille chilometri per venire a Bari e delle tantissime persone che hanno già comprato il biglietto per la prossime edizione senza nemmeno sapere chi ci sarà sul nostro palco. Perché in fondo non importa, il coraggio è fratello gemello della fiducia. E noi speriamo di essercela meritata, ancora una volta.
Cristiano Carriero
Com’è stato portare questo format nella tua città, Bari e che riscontro hai avuto?
Amo pensare che Bari è migliorata con noi, e anche grazie a noi. Oggi ho letto un bellissimo commento sui social, era di una persona che ha partecipato al nostro evento:
“Ho studiato a Bari dal 1982 al 1986. Il primo giorno qualcuno mi ha strappato la collanina d’oro. La mia Ritmo rossa targata LE e’ stata ripetutamente violentata. Avevo paura ad uscire sola. Vivevo in un attico in via Quarto con due amiche. Ero fortunata. Gli altri studenti affittavano postacci puzzolenti di umidità, sporchi e con mobili di recupero in condomini dove donne grasse e unte urlavano sulle scale. Tutti vivevamo la città come un sacrificio, con rabbia e certezza che saremmo scappati via da quel posto di odio e brutture. Per molto tempo non ci sono tornata a Bari se non in occasione di convegni di lavoro o per cene tra amici. L’unica cosa bella che ricordo erano le lezioni di Franco Cassano e l’abbonamento al Petruzzelli. In questi tre anni che frequento Storytelling ho scoperto una nuova realtà. Non avrei mai immaginato un tale risvolto. Adesso mi piacerebbe viverci. Adesso Bari un po’ mi assomiglia”.
Dobbiamo essere orgogliosi di tutto questo: Bari oggi è la città della blue economy, come ha ricordato l’assessore Pietro Petruzzelli. Da città che guarda il mare a città che abbraccia il mare, in un epoca in cui in troppi hanno paura del mare e quindi del non conosciuto, della diversità. È la città della cultura, come ha detto l’assessora Paola Romano e noi siamo felici di poter associare lo storytelling non solo al business ma anche alla cultura, alla conoscenza, all’arte e alle tradizioni più pop. Bari è tutto questo, e sarà sempre la capitale di questo Festival.
Cristiano Carriero
Cinemio è un sito prevalentemente di cinema per cui la domanda viene spontanea. Che rapporto hai con la settima arte?
Dopo la prima edizione del Festival, fatta in uno spazio di coworking, abbiamo fortemente voluto un cinema-teatro. E anche se in tanti ci chiedono di spostarci in un centro convegni, in un hotel o in una fiera, noi siamo molto legati a questo genere di struttura. Il motivo è che il posto migliore per le storie non sono gli spazi fieristici, ma i cinema e i teatri. È una questione di clima, di luce, di silenzi, di sospensione.
Attori, registi, sceneggiatori stanno benissimo sul nostro palco, e in futuro ne vedremo sempre di più. Le più belle pubblicità, quelle che hanno segnato un’epoca, sono film. Il cinema ha influenzato i nostri discorsi, gli aneddoti, l’immaginario. Io sono un grandissimo appassionato di cinema. Sono anche uno di quelli che ci va spesso da solo, per cui sono sicuro che Storytelling Festival, nei prossimi anni, si ispirerà ancora di più alla settima arte.
Prima di chiudere ringrazio Cristiano Carriero per la disponibilità e per l’opportunità di avermi permesso di far conoscere al pubblico di Cinemio questo interessante evento ideato da LA Content.