Inside – À l’intérieur è un film del 2007 diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury. Tra le protagoniste figurano Alysson Paradis e Béatrice Dalle, ambedue supportate dalla performance di François-Régis Marchasson.
Presentato alla Settimana internazionale della critica al Festival di Cannes 2007, il progetto provocò forti reazioni nella giuria, la quale lasciò la sala a metà proiezione. Le opinioni degli addetti ai lavori invece si divisero tra buone recensioni e pareri negativi, incentrati in particolare sulle sequenze scioccanti del lungometraggio.
Inside – À l’intérieur
Al nono mese di gravidanza e in procinto di partorire, Sarah si ritrova a passare la vigilia di Natale in totale solitudine presso la propria abitazione. La mattina dopo, il capo redattore dovrà accompagnarla in ospedale, tuttavia, la notte si rivelerà ben presto più lunga del previsto: una misteriosa donna comincia ad aggirarsi minacciosamente intorno all’edificio, finendo per minare a più riprese la quiete della ragazza.
Sviscerare il genere…
È innegabile, assieme a Martyrs, Frontiers, The Horde e Alta tensione l’opera dei due cineasti ha segnato la prima decade dei duemila per quanto riguarda l’horror europeo; e come per i suddetti, anche in questo caso non si sono fatti sconti sul piano visivo. Il lungometraggio riporta al succo le caratteristiche del genere, facendo dell’essenzialità un punto di forza: oltre alle protagoniste, una casa e qualche comprimario a far da base.
I pochi elementi in realtà, permettono agli autori di spremere il massimo da ciascun reparto, cosicché la storia venga illustrata da una potente messa in scena. Difatti, quest’ultima viene delineata da inquadrature precise e da movimenti di camera ben studiati, in rapporto soprattutto alla posizione dei punti macchina. Affidarsi alla simmetria e rifiutare il found footage ha giovato alla causa per due ragioni: in primis poiché differenzia la pellicola dalla moltitudine di prodotti usciti in quel periodo (tanti realizzati mediante “finto documentario”) e, in secundis, il contrasto carneficina/composizione geometrica contribuisce a rendere ancor più viscerale il progetto.
La doppia natura della violenza
Un dolore lancinante, interminabile. È ciò che si prova mentre si visiona il figlio di genitori così vicini al cinema; tanto che accorgersi degli innumerevoli richiami ad altri capisaldi diviene piuttosto semplice (Fulci e Carpenter sopra tutti). Del primo si riportano in auge l’efferatezza e le crudeltà perpetrate ai corpi: sangue che scorre o membra maciullate a causa di ferite profonde in pieno stile anni 70/80. Dal secondo invece si riprende una creatura mitica direttamente da “Halloween”, al fine di riproporla in chiave femminile con arma bianca annessa. Il fatto che la femme goda della medesima immortalità di Michael Myers, consente al racconto di staccarsi dal verosimile in favore di un approdo al mondo dell’irreale, con conseguente mutazione delle scenografie.
Significati
Elaborazione di un lutto? Iperbole della gravidanza o metafora di un percorso artistico votato a un risultato finale? Probabilmente tutte e tre le opzioni, o forse nessuna di queste. Inside – À l’intérieur ragiona su meccanismi di psicologie alterate, poggiando su una scrittura quasi sempre coerente col tipo di stimolo che vuole agguantare. La sceneggiatura non cede all’errore grossolano, anzi rende il prodotto talmente organico che le chiavi di lettura si alternano armonicamente; gli strati che la compongo infatti, si fanno sempre più saldi man mano che la vicenda prosegue.
Inside – À l’intérieur: nella storia del cinema
Per concludere, la prima fatica di Bustillo e Maury rafforza la fiammata francese che ben aveva fatto sperare più di quindici anni fa, illudendo forse i cultori della settima arte. Tecnica e passione le impalcature sulle quali reggere uno show destabilizzante, impreziosito sia da prove attoriali degne di nota che da un montaggio al di sopra delle aspettative. Strettamente necessario e palpabile, mai stati così vicini…chapeau!
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